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Appalti

Mercato appalti pubblici:le spiegazioni anac sull’andamento del mercato

L’ANAC ha recentemente pubblicato un comunicato in cui si analizzano i dati del mercato appalti pubblici nei primi sei mesi del 2016

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L’ANAC ha recentemente pubblicato un comunicato in cui si analizzano i dati del mercato appalti pubblici nei primi sei mesi del 2016, in cui si esaminano anche gli effetti realmente dovuti all’instabilità generata dall’entrata in vigore del nuovo codice, e quali invece ne sono autonomi. Viene inoltre evidenziata una forte riduzione della domanda di lavori pubblici nell’arco temporale detto, ma ne scompone i dati per capirne l’origine.

L’Autorità anticorruzione specifica che  in primo luogo ha pesato la centralizzazione, originante dal divieto di acquisto autonomo imposto ai Comuni a Novembre 2015 nonché il divieto di appalto integrato. Trattasi quindi di una lenta discesa, giunta fino al -62% registrato a Giugno.

Infatti, come precisa il comunicato, già prima dell’entrata in vigore del Codice il mercato appalti pubblici ha registrato una riduzione del 16% in relazione al numero degli appalti, e del 33% relativamente all’importo, rispetto allo stesso periodo del 2015.

Dopo l’entrata in vigore del nuovo Codice degli appalti pubblici, invece, nel periodo compreso tra il 19 Aprile ed il 30 Giugno 2016, questa riduzione è risultata più accentuata, con valori nell’ordine del 52% in termini di numerosità e del 62% in termini di importo.

L’Autorità fa ricadere le cause sulle norme sulla qualificazione delle stazioni appaltanti, che, come detto, già nel vecchio sistema, fondavano le basi per la razionalizzazione del numero delle PA attraverso la loro aggregazione (33, comma 3 bis, d.lgs n. 163/2006).

Dopo diverse proroghe, queste norme sono entrate in vigore dal 1 Novembre 2015: nel campo dei lavori, nel periodo compreso tra novembre e dicembre 2015, è stata registrata una contrazione media degli appalti nell’ordine del 20% rispetto al 2014.

Dall’entrata in vigore del nuovo Codice dei contratti, il settore dei lavori ha poi sofferto una riduzione ulteriore (-62%), dovuta “alla necessità delle stazioni appaltanti di dover bandire ponendo a base di gara il progetto esecutivo e di dover utilizzare obbligatoriamente, per gli appalti di importo superiore ad un milione di euro, il criterio di aggiudicazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa”. Quindi, al calo portato dagli obblighi di aggregazione si è sommato il problema del divieto di appalto integrato e dell’obbligo di usare il criterio del prezzo più basso fino a 1.000.000.

 

L’ANAC mette però in evidenza  che il fenomeno già sta rientrando autonomamente: emergono, infatti, segni di attenuazione per ciascuna fascia di importo (superiore a 1.000.000 di euro, tra il 19 Aprile ed il 31 maggio 2016, contrazione dell’84% rispetto allo stesso periodo del 2015; mentre nel mese di Giugno tale contrazione, rispetto a giugno 2015, è passata al 45%).

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