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Decreto terremoto. CNA: “Le misure sono incoraggianti ma molto resta ancora da fare”

“Le misure contenute nel decreto per la ricostruzione dei territori del Centro Italia colpiti dal terremoto del 2016 sono incoraggianti ma ancora molto resta da fare.

Decreto Terremoto: misure ok ma ancora tanto da fare!
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“Le misure contenute nel decreto per la ricostruzione dei territori del Centro Italia colpiti dal terremoto del 2016 sono incoraggianti ma ancora molto resta da fare. La sospensione e la proroga degli adempimenti e dei versamenti tributari e contributivi; l’allungamento della rateizzazione dei versamenti; la sospensione e la proroga termini di pagamento di canoni e utenze (energia elettrica, acqua e gas), vanno incontro alle legittime aspettative delle popolazioni residenti. Tuttavia l’esame parlamentare del decreto può e deve rappresentare un’occasione importante per mettere a punto ulteriori misure a sostegno delle aree colpite e per il loro rilancio economico e sociale”. Lo si legge in un comunicato della CNA diffuso al termine dell’audizione svolta questa mattina presso la Commissione speciale del Senato.

“Oggi la ricostruzione post sisma – prosegue il comunicato – è rallentata anche da lievi difformità urbanistiche ed edilizie degli immobili, che impediscono la concessione dei contributi. Bisogna superare le irregolarità che bloccano l’iter di riparazione o di ricostruzione degli edifici colpiti. E’ evidente, infatti, che l’eccezionalità e la straordinarietà del contesto richiedono un approccio pragmatico per frenare lo spopolamento dei borghi e favorire la ricostruzione dei centri storici. Una parte significativa del patrimonio immobiliare rischia di essere abbandonato con conseguenze irreversibili sul piano del sociale ed economico dell’area del cratere e delle zone limitrofe”.

“Sul tema delle Zone Franche Urbane (ZFU) la CNA sottolinea la necessità di prestare attenzione alla corretta perimetrazione, per non introdurre elementi distorsivi di competizione tra territori”.

“CNA ha segnalato, infine, la circostanza che molte imprese non riescono a vedersi riconosciuta la restituzione di somme versate all’INPS a titolo di contributi previdenziali, anche attraverso il meccanismo della compensazione. Un comportamento incomprensibile – conclude la nota – soprattutto perché l’Agenzia delle Entrate consente il recupero delle imposte sui redditi riferite al periodo esentato”.

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