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Appalti

Tornano a crescere (con passo lento) gli appalti pubblici in Sardegna

Bilancio positivo per gli appalti pubblici in Sardegna. Nei primi sei mesi dell’anno sono stati pubblicati 489 bandi per un valore complessivo a base di gara di 314 milioni.

Tornano a crescere gli appalti pubblici in Sardegna
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Bilancio positivo per gli appalti pubblici in Sardegna. Nei primi sei mesi dell’anno sono stati pubblicati 489 bandi per un valore complessivo a base di gara di 314 milioni. Rispetto al primo semestre 2018, un incremento dell’1,5% del numero di bandi e un aumento del livello di spesa del 21%. Se il confronto viene fatto con la seconda metà dello scorso anno è però evidente un netto rallentamento di domanda e spesa, rispettivamente del 13% e 47%.

“In base al risultato del primo semestre il mercato regionale dei lavori pubblici sta consolidando la fase di ripresa in atto dalla seconda metà dello scorso anno”, commentano Francesco Porcu e Antonello Mascia, rispettivamente segretario regionale della CNA Sardegna e presidente regionale di CNA Costruzioni.

La crescita, seppur modesta, del numero delle gare registrata in Sardegna si colloca in un contesto italiano assai più brillante.

Nella media nazionale, il numero di gare nel primo semestre 2019 risulta in crescita di poco meno del 9%, con tassi superiori al 20% in tre regioni meridionali (Basilicata, Puglia e Molise), e poi in Umbria e in Veneto. Liguria e Piemonte crescono meno della Sardegna, mentre registrano un calo Lazio, Sicilia e Abruzzo. In termini economici la Sardegna si colloca nella parte più alta della classifica per tasso di crescita tendenziale.

Le dimensioni degli appalti

In Sardegna, sono solo i micro appalti pubblici a subire una flessione (15,6%) rispetto al primo semestre 2018. Dato su cui possono aver influito la Legge di bilancio 2019 e lo Sblocca-cantieri che hanno permesso l’affidamento diretto degli appalti per importi fino a 150mila euro.

Tiene la classe dei tagli medio-piccoli (+2,5%). In termini economici, la riduzione della spesa per micro interventi si espande anche ai tagli medio-piccoli (un calo complessivo del 7%), mentre le classi di importo superiore aumentano sensibilmente: da 187 a 248 milioni di euro. Si definisce così un mercato caratterizzato da un importo medio di 740mila euro, superiore ai 580mila euro del primo semestre 2018, ma inferiore allo standard medio dei lavori in gara nella seconda metà dell’anno (1,1 milioni).

In sintesi, nella prima metà dell’anno in corso il mercato segna una flessione della domanda per interventi minuti che rappresentano la domanda locale, promossa da enti territoriali, a fronte di un maggiore dinamismo di progetti di dimensioni più importanti, senza però raggiungere i livelli degli anni passati.

I committenti

Protagonisti del mercato in questo primo semestre 2019 sono stati i municipi, la regione e l’Anas.
Il gruppo di committenti principali, pur mostrando una crescita modesta di numero e importo dei bandi in gara, svolge un ruolo fondamentale per la tenuta del mercato, in uno scenario di contrazione della domanda degli altri enti territoriali.

Nei primi sei mesi del 2019 i comuni continuano a essere il motore della crescita: promuovendo il 70% della domanda regionale per un valore di 116 milioni (37% del totale), corrispondenti ad una modesta crescita rispetto al 2018 (+2-3%) dell’ordine del 2-3%.

Bilancio tutto negativo invece per gli altri enti territoriali principali, province in primo luogo, che vedono crollare domanda e livelli di spesa, ma anche le aziende speciali. La sensibile contrazione dell’attività delle amministrazioni centrali insieme a un livello di spesa delle altre imprese crollato da 66 milioni a 3 milioni nell’ultimo semestre, definiscono un saldo economico tutto negativo, pari al -4,4% rispetto al primo semestre 2018.

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