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Attualità

L’Oice interviene sulla vicenda della sanatoria per le società di ingegneria

"Il testo del Governo non contiene alcuna sanatoria per le società di ingegneria; si pensi all'interesse del settore e non a dividerlo strumentalmente"

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L’OICE, l’associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria, e l’Alleanza delle cooperative italiane di produzione e lavoro, in una nota diffusa oggi esprimono stupore circa le dichiarazioni di venerdì della Rete delle professioni tecniche che ha accusato il Governo di compiere una presunta “sanatoria per le società di ingegneria” nella bozza del nuovo codice appalti, che dovrebbe essere varato in questa settimana dal Consiglio dei Ministri.

Per il presidente dell’OICE, Gabriele Scicolone, e per il presidente dell’Alleanza delle cooperative di produzione e lavoro, Carlo Zini, “è semplicemente incredibile sentire parlare di una fantomatica sanatoria per le società di ingegneria, visto che non c’è proprio nulla da sanare: esse operano legittimamente nel settore pubblico dal 1994 e in quello privato dal 1996, quando fu abrogato il divieto di svolgere attività professionale in forma di impresa, come da anni sostiene la giurisprudenza e come è nei fatti.”

OICE e Alleanza delle cooperative italiane di produzione e lavoro tengono a precisare inoltre che “le società di ingegneria sono uno strumento moderno ed al passo con i modus operandi internazionali, ed anzi scontano in Italia un ritardo dovuto alla continua contrapposizione ed alle polemiche sterili che le riguardano; se continuiamo di questo passo siamo destinati a perdere le sfide cruciali che i mercati internazionali ci chiedono e ci offrono; continuare a scagliarsi contro società come le nostre che, analogamente a quanto accade nel resto d’Europa e del mondo, da decenni operano in Italia e all’estero nell’architettura e nell’ingegneria anche integrata, fino alla realizzazione “chiavi in mano”, dando lavoro a decine di migliaia di giovani professionisti che difficilmente troverebbero sbocchi professionali dignitosi altrove, significa semplicemente che non si vuole il bene del settore ma soltanto la sua divisione e la sua contrapposizione. Questo, seminai, sarebbe indecente e inaccettabile. A nostro avviso società di ingegneria e professionisti o società tra professionisti sono strumenti diversi e che intercettano mercati diversi; si può coesistere, occorre che lavoriamo insieme per riportare l’ingegneria italiana, oggi più che mai depressa e mortificata, al ruolo che da sempre rappresenta nell’immaginario collettivo in tutto il mondo.”

 

L’ing. Scicolone e l’ing. Zini sottolineano quindi che “le esternazioni dei giorni scorsi da parte della Rete delle professioni tecniche intendono strumentalmente intimidire chi sta lavorando con impegno e professionalità ad un testo complesso e articolato, che nelle ultime versioni, pur perfezionabili, ha recuperato buona parte dei principi oggi vigenti in materia di affidamenti di servizi di ingegneria, salvaguardando quella centralità del progetto fortemente voluta dalle nostre Associazioni e realizzata nella legge 11/2016. Auspichiamo un clima di collaborazione e di confronto aperto e trasparente.” 

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