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Sblocca cantieri: l’audizione OICE alla Camera tra critiche e prudenze

Si è svolta pochi giorni fa, trasmessa in diretta sulla webtv della Camera, l'audizione dell'OICE presso la Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici sul testo approvato al Senato del decreto sbloccacantieri

Sblocca cantieri: l’audizione OICE alla Camera
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Si è svolta pochi giorni fa, trasmessa in diretta sulla webtv della Camera, l’audizione dell’OICE presso la Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici sul testo approvato al Senato del decreto “sbloccacantieri”. La delegazione OICE era composta dal Presidente, ing. Gabriele Scicolone, dal consigliere ing. Giorgio Lupoi e dal direttore generale, avv. Andrea Mascolini.

Nel corso del suo intervento, illustrando il documento allegato e depositato in Commissione, il Presidente Scicolone ha messo in evidenza alcuni dei punti positivi del testo e in particolare la previsione dell’anticipazione contrattuale, la soppressione dell’incentivo del 2% per la progettazione a favore dei tecnici della P.a. , l’eliminazione della terna dei subappaltatori, il ritorno al regolamento e l’obbligo di pagamento diretto del progettista – da parte della stazione appaltante – negli appalti integrati.

Fra gli elementi critici Scicolone ha citato però proprio la deroga al principio dell’affidamento dei lavori sulla base del progetto esecutivo la cosiddetta “finestra” sull’appalto integrato: “è una risposta sbagliata all’esigenza di rilancio di questo settore perché, come ha dimostrato il recente passato, non velocizzerà alcunché e metterà la stazione appaltante in una situazione di debolezza nei confronti delle imprese con un rischio di aumento dei costi e dei tempi”.

Scicolone ha chiesto inoltre di rivedere gli effetti della norma che prevede direttamente l’esclusione di tre anni dagli appalti in caso di gravi illeciti professionali, una norma facoltativa nelle direttive, che andrebbe graduata e rimessa alle valutazioni delle amministrazioni.

Critiche sono state espresse anche sull’apertura del mercato delle verifiche fino a 20 milioni di lavori per le stazioni appaltanti: ” la dimostrazione di un controllo interno della qualità che non risponda alle stesse richieste cui siamo sottoposti come società di ingegneria, rischia – ha detto Scicolone – di penalizzare la qualità dei progetti, soprattutto nelle amministrazioni di piccole e medie dimensioni”.

Il Direttore generale Andrea Mascolini è invece intervenuto in sede di replica su due punti: il rischio derivante dalla mancata salvezza degli effetti dei provvedimenti emanati dalla stazione appaltante sulla base di norme non convertite in legge, che sembra non essere stato normato e che potrebbe determinare contenziosi e difficoltà alle amministrazioni.

Sul tema dei contraenti generali, Mascolini ha precisato che in Italia “il general contractor rappresenta un modello ben distante da quello operante nel resto del mondo, dove prevalgono le competenze ingegneristiche, di project management su quelle puramente realizzative; a quel modello si dovrebbe tendere e non ritenere il contraente generale soltanto un grande costruttore.

Rispetto poi alla cancellazione dell’albo dei direttori lavori e dei collaudatori delle opere affidate a contraenti generali, come OICE siamo molto prudenti nella valutazione e segnaliamo che occorrerebbe comunque un meccanismo che garantisca competenza e indipendenza di chi dovrà svolgere questa importante e delicata funzione”.

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