Una nuova casa per la facoltà di ingegneria dell’Università di Messina
Un centro di eccellenza nato dalla coesione di quattro aree della ricerca scientifica dell’Università di Messina: Scienza e Tecnica delle Costruzioni, Geotecnica, Ingegneria Naval-Meccanica e Scienze della Terra
Nei giorni scorsi, alla presenza del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Gian Luca Galletti, si è svolta, presso il Polo universitario di Papardo, la Cerimonia di inaugurazione del CERISI, il centro di eccellenza nato dalla coesione di quattro aree della ricerca scientifica dell’Università di Messina: Scienza e Tecnica delle Costruzioni, Geotecnica, Ingegneria Naval-Meccanica e Scienze della Terra.
Il Centro, per il quale sono stati investiti 22 milioni di euro provenienti da fondi PON, realizza prevalente attività di ricerca, ma si connota anche per l’offerta di servizi scientifici e tecnologici. I mercati obiettivo di CERISI sono rappresentati da soggetti che progettano, realizzano, gestiscono, monitorano le grandi infrastrutture nel mondo e soggetti deputati alla salvaguardia e tutela di ambienti particolarmente soggetti a eventi sismici. Una vera e propria azienda, all’interno dell’Università di Messina.
Il progetto ha consentito il potenziamento dei laboratori esistenti, ma soprattutto la realizzazione di una nuova sede operativa (in cui si è svolta oggi la cerimonia) per l’esecuzione di prove speciali nell’ambito dell’Ingegneria Strutturale e Geotecnica: macchina per prove su dispositivi antisismici, macchina per prove su cavi metallici, tavola vibrante corredata di shear stack per l’esecuzione di prove su modelli in scala ridotta di opere geotecniche.
Dopo il taglio del nastro, il Magnifico Rettore dell’Università di Messina, prof. Pietro Navarra, ha espresso a nome di tutto l’Ateneo la più viva soddisfazione per il momento inaugurale che “sancisce ulteriormente il cammino intrapreso con determinazione dalla nostra Università, che punta all’investimento in innovazione e al rapporto con le imprese come chiave di volta per lo sviluppo del Paese. Il centro di ricerca CERISI è un esempio di questo percorso. Tuttavia, non posso sottacere, e con me lo ha fatto l’intero Senato Accademico il pesante disinvestimento nella formazione superiore che si è registrato in Italia negli ultimi 10 anni. Il fondo di finanziamento ordinario per le Università è diminuito del 22,5%, il personale docente si è contratto del 17% e quello tecnico amministrativo del 18%. Per la prima volta in oltre 150 anni di storia unitaria, il numero degli studenti universitari si è ridotto. Questi pericolosi segnali devono essere colti con la dovuta attenzione e il messaggio che vorrei quest’oggi giungesse forte dall’Università di Messina al Governo è di prendere consapevolezza che il futuro dell’Italia e del Mezzogiorno in particolare abita qui, nei nostri laboratori, nelle nostre biblioteche, tra i nostri giovani ricercatori, tra i nostri studenti”.
Tra l’altro, il Rettore nei prossimi giorni seguirà l’invito a Mosca ricevuto dal Ministro alla Protezione Civile (Civil Defense, Emergencies and Elimination of Consequences of Natural Disasters ndr ) della Federazione Russa, Vladimir Andreevich Puchkovgià ospite del laboratori CERISI lo scorso luglio, per avviare la predisposizione di progetti di sviluppo condivisi con il nuovo centro scientifico dell’Ateneo messinese.
“Questo laboratorio” ha affermato invece il Ministro Galletti “è la dimostrazione che al Sud le cose si possono fare se c’è un’attenta gestione dei fondi, la necessaria pianificazione e l’approccio scientifico. Cerisi e’ una grande opportunità per Messina, la Sicilia e per tutta l’Italia: un’esperienza fondamentale che ci fa entrare in quel percorso produttivo ed economico indicato dall’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici”.