Rete Professioni Tecniche: su infrastrutture e progettazione il governo ha imboccato la strada sbagliata
La Rete Professioni Tecniche esprime la più profonda preoccupazione per quanto si legge a proposito delle intenzioni del Governo in materia di infrastrutture, opere pubbliche e progettazione.
Dalla Centrale unica per la progettazione, passando per il ripristino dell’aliquota relativa alla progettazione stessa all’interno dell’incentivo del 2%, allo svilimento dei contenuti e della qualità del progetto per le opere di manutenzione ordinaria e straordinaria: le misure più rilevanti in materia di opere pubbliche messe in piedi dal Governo guardano al passato e riducono la qualità dei progetti.
La Rete Professioni Tecniche esprime la più profonda preoccupazione per quanto si legge a proposito delle intenzioni del Governo in materia di infrastrutture, opere pubbliche e progettazione. La RPT sin da subito ha espresso la propria netta contrarietà all’introduzione per mezzo della legge di bilancio della Centrale per la progettazione delle opere pubbliche, qualcosa che il Paese ha già sperimentato in passato, e che ha determinato effetti contrari a quelli auspicati.
Nelle ultime settimane ha avuto numerosi confronti con esponenti di Governo e maggioranza, ed è parso evidente che, al momento, il solo scopo alla base della misura di cui all’articolo 17 del disegno di legge di bilancio sia quello di convincere la Commissione Europea della nostra capacità di far ripartire gli investimenti in infrastrutture. Il contenuto della misura, in realtà, non convince neppure gli stessi legislatori.
Un apparato pubblico come quello immaginato, con un contingente tecnico così esiguo, è strutturalmente e funzionalmente inadeguato a gestire le esigenze di migliaia di stazioni appaltanti, ed è, inoltre, profondamente sbagliato pensare di centralizzare all’interno della pubblica amministrazione l’attività di progettazione poiché si attiverebbero processi distorsivi del mercato, lesivi della trasparenza e che comprometterebbero l’efficienza delle procedure e la qualità dei progetti.
Ancora, la RPT è molto sorpresa da quanto ha rilevato in una prima bozza di decreto legge in materia di semplificazioni: contrariamente a quanto dichiarato in ogni sede, il Governo si appresta a modificare il d.lgs. 50 del 2016 rilanciando l’appalto integrato e di reintroducendo l’incentivo del 2% per le attività di progettazione svolte dai dipendenti pubblici. Queste misure ci proiettano immediatamente nel passato e ci pongono in un senso contrario a quanto avviene negli altri Paesi: pensare di elevare la qualità dei progetti pagando il 2% quello che nella media europea costa il 20% ed in Gran Bretagna oltre il 30% rispetto all’importo dei lavori appare velleitario e persino irresponsabile.
Il DL suddetto prevede, inoltre, un’altra norma che appare palesemente non congruente con la necessità di garantire la qualità e la centralità della progettazione. Si modifica infatti l’articolo 23 del codice con l’introduzione del comma 3 bis in materia di progettazione semplificata degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, prevedendone l’affidamento in base ad un progetto definitivo peraltro ridotto nei contenuti svilendo la qualità del progetto stesso (lett. a).
I professionisti tecnici sono consapevoli che occorre far ripartire gli investimenti, ed a questo scopo sono utili l’introduzione di una Centrale di programmazione e monitoraggio delle opere pubbliche e il perfezionamento del codice dei contratti pubblici rimuovendo ostacoli e colmando le lacune che ancora evidenzia. Per queste ragioni la Rete Professioni Tecniche intende offrire ancora il proprio supporto al Governo in termini di idee e proposte a patto che si esca da questa strada imboccata che ha tutta l’aria di essere un vicolo cieco nel quale si sta indirizzando l’intero mercato delle opere pubbliche.