Ambiente

Nuove regole per le strade verdi: il DM 11 settembre 2025 rivoluziona i CAM Strade tra sostenibilità, materiali locali e innovazione

Progettazione e costruzione delle infrastrutture stradali: il DM 11 settembre 2025 ridefinisce i nuovi CAM Strade

Nuove regole per le strade verdi: il DM 11 settembre 2025 rivoluziona i CAM Strade tra sostenibilità, materiali locali e innovazione
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Il settore delle infrastrutture stradali entra in una nuova fase con l’aggiornamento dei CAM Strade, i Criteri Ambientali Minimi che regolano progettazione e realizzazione delle opere viarie. Con il DM 11 settembre 2025, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica introduce modifiche sostanziali che rafforzano l’attenzione alla sostenibilità, alla qualità dei materiali e alla gestione ambientale dei progetti. Le novità, pubblicate in Gazzetta Ufficiale martedì 23 settembre, mirano a rendere più chiari i requisiti, eliminare deroghe generiche e integrare i criteri ecologici già dalle prime fasi di progettazione.

Progettazione e costruzione delle infrastrutture stradali: il DM 11 settembre 2025 ridefinisce i nuovi CAM Strade

  1. Nuovi ambiti di applicazione e transitorietà
  2. Obiettivi, scopi e struttura dei CAM Strade
  3. Impatti e indicazioni operative
  4. Sei un ingegnere? La tua professione richiede un aggiornamento continuo?

Nel decreto novellato emergono chiarimenti su conflitti normativi, maggior elasticità sui materiali, più precisione nelle relazioni ambientali e norme transitorie per l’evoluzione del settore.

Il Decreto Ministeriale 11 settembre 2025, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 23 settembre, segna un passaggio decisivo nell’evoluzione dei CAM Strade, modificando l’Allegato 1 del decreto 5 agosto 2024 e aggiornando i parametri per progettazione, costruzione e manutenzione delle infrastrutture viarie.

Tra le innovazioni più rilevanti si segnala l’anticipazione del controllo ambientale già nella fase di progetto di fattibilità, una definizione più rigorosa della gestione dei contrasti tra CAM e altre norme, l’introduzione di flessibilità sull’Indice di Riflessione Solare (SRI), e l’istituzione di esenzioni per materiali locali tradizionali e pavimentazioni in galleria.

In particolare, il decreto chiarisce che in caso di conflitti tra i CAM e normative tecniche settoriali, il progettista non potrà limitarsi a motivare genericamente l’inapplicabilità: dovrà evidenziare i riferimenti normativi che giustificano la deroga. Si aboliscono inoltre le clausole generiche che consentivano l’applicazione parziale dei criteri per “prodotti non previsti” o condizioni “particolari del sito”.

Nuovi ambiti di applicazione e transitorietà

Il decreto stabilisce che le modifiche si applicano anche ai procedimenti in corso, con opportuni termini concessi agli operatori per adeguarsi.

Le disposizioni relative ai materiali riciclati nei prodotti da costruzione saranno soggette a un regime transitorio di 36 mesi, durante i quali sarà accettata la sola indicazione percentuale totale del riciclato, senza dettaglio delle singole frazioni.

Le novità tengono anche conto del nuovo regolamento UE 2024/3110, che ridefinisce le definizioni di prodotto da costruzione nel contesto europeo.

Obiettivi, scopi e struttura dei CAM Strade

I CAM Strade, attivi dal 21 dicembre 2024 ai sensi del DM 5 agosto 2024 in attuazione del Piano nazionale per gli appalti verdi e il Codice dei Contratti Pubblici, impongono criteri ambientali da rispettare nei bandi per infrastrutture stradali.

Questi criteri puntano alla realizzazione di infrastrutture sostenibili, affidabili e resilienti, capaci di contribuire allo sviluppo di comunità inclusive e alla mitigazione dei rischi da eventi naturali entro il 2030.

Il testo dei CAM distingue due settori principali: uno riservato al conferimento degli incarichi di progettazione, l’altro ai lavori di costruzione e manutenzione. In fase di progettazione, il professionista incaricato deve redigere una relazione CAM in cui spiega le scelte tecniche adottate per garantire la conformità ai CAM, specifica i materiali previsti e motiva eventuali scostamenti.

Durante la fase costruttiva, l’appaltatore dovrà produrre una relazione analoga, corredandola con mezzi di prova per dimostrare il rispetto dei criteri. Le disposizioni riguardano anche la gestione dell’impianto del conglomerato bituminoso, la formazione del personale e le caratteristiche delle macchine in uso.

Tra i criteri premianti, viene stimolato l’uso di materiali meno impattanti, capaci di sostituire cemento, acciaio e materie plastiche, mantenendo prestazioni compatibili.

Impatti e indicazioni operative

L’anticipazione dell’onere di valutazione ambientale al progetto di fattibilità costringe i progettisti a integrare fin da subito le componenti ambientali nelle soluzioni tecniche.

Per quanto concerne l’SRI, il requisito è reso più flessibile e soppresso del tutto per le nuove strade urbane in classe F-bis. In più, l’esenzione per materiali in pietra naturale italiana elimina l’obbligo SRI per tali pavimentazioni. Le pavimentazioni in galleria sono completamente escluse dal criterio acustico.

Le norme sui materiali e la circolarità (capitolo 2.3) sono semplificate: non si richiedono certificazioni per materiali impiegati nella formazione del corpo stradale o miscele prodotte in loco.

È prevista una verifica agevolata per materiali derivanti da processi End of Waste (EoW) con contenuto riciclato al 100 %, basata su dichiarazione del fabbricante corredata dall’autorizzazione di recupero.

Infine, la soglia per il criterio di circolarità (2.3.1) viene ridefinita anche per piste ciclabili, con limiti rivisti.

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