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Professionisti

Solidarietà, sobrietà e trasparenza nel futuro degli ingegneri italiani

Architetti e ingegneri liberi professionisti stanno ricevendo le schede elettorali per il rinnovo del Comitato dei Delegati per il prossimo quinquennio

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In questi giorni architetti e ingegneri liberi professionisti stanno ricevendo le schede elettorali per il rinnovo del Comitato dei Delegati per il prossimo quinquennio di Inarcassa . Questa tornata elettorale avviene dopo un lungo periodo di crisi economica che ha visto tutto il mondo delle professioni intellettuali e tecniche in particolare distaccarsi inesorabilmente dalle condizioni lavorative appena accettabili di qualche anno fa ad una vera e propria situazione di crisi permanente che appare, nelle condizioni attuali, difficilmente reversibile.

Elezioni di Inarcassa

 In un contesto così gravoso le recenti riforme attuate tra il 2008 e il 2012 dall’ente di previdenza hanno comportato aumenti importanti dei contributi in generale e dei minimi in particolari facendo contemporaneamente diminuire le pensioni attese in virtù del passaggio al “contributivo”.

Un passaggio che per tanti ingegneri ha comportato non pochi grattacapi.

In pratica ingegneri e architetti iscritti con contribuzione minima, alla fine del proprio percorso lavorativo, potrebbero avere una pensione paragonabile a quella sociale. Con una situazione così drammatica è più che normale che le elezioni rischino di diventare una sorta di valvola di sfogo.

Inarsind nel manifesto elettorale delle scorse elezioni al primo punto mise “Analisi dell’attuale sistema retributivo a ripartizione e confronto senza pregiudizi con il sistema contributivo a capitalizzazione, valutando anche le possibilità di integrazione tra i diversi sistemi” e successivamente nel giugno del 2011, quindi ben prima dell’ultima riforma, varò L’Osservatorio Permanente sulla sostenibilità di Inarcassa.

Entrambe le iniziative furono contrastate dalla maggioranza dei delegati “ma il nostro timore” afferma il presidente Inarsind Salvatore Garofalo “ era che dopo anni di vacche grasse si fosse creato un debito previdenziale che nel giro di qualche decina di anni avrebbe spinto la nostra cassa verso l’insostenibilità. In pratica secondo noi avevamo assistito ad un fenomeno di tipo piramidale che aveva funzionato fin quando la base aumentava in maniera significativa e il vertice si manteneva entro valori bassi. A rimetterci , in un secondo tempo, ovviamente sarebbero stati fondamentalmente i giovani ingegneri e architetti. Passare al contributivo allora era indispensabile. Purtroppo il sistema approvato, un contributivo a ripartizione, nel complesso ha mostrato, soprattutto in tempi di crisi, diverse carenze e quindi si deve, nei prossimi 5 anni, pensare ad una seria rivisitazione che renda più solidale la convivenza previdenziale degli associati Inarcassa” 

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