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Servizi d’Ingegneria: il mercato resiste alla pandemia

Il mercato dei servizi d'ingegneria più forte della pandemia. Sembra impossibile ma è questo la fotografia dei servizi d'ingegneria pubblicata dal Centro studi CNI.

Servizi d'Ingegneria: il mercato resiste alla pandemia
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La pandemia, che per mesi ha squassato il settore delle costruzioni, sembra non aver intaccato il mercato dei servizi d’ingegneria. Nonostante il COVD, infatti, la richiesta dei servizi ingegneristici è addirittura aumentata registrando un importo complessivo dei bandi di progettazione di circa un miliardo di euro, circa 200mila euro in più rispetto al 2019.

Il mercato dei servizi d’ingegneria più forte della pandemia. Sembra impossibile ma è questo la fotografia dei servizi d’ingegneria pubblicata dal Centro studi CNI.

In questo articolo:

  1. Il D.L 77 del 2021 e il settore dei servizi d’ingegneria.
  2. Servizi d’ingegneria e liberi professionisti.
  3. Sei un ingegnere? La tua professione richiede un aggiornamento continuo?

Rapporto Servizi d’Ingegneria: la fotografia del centro studi cni fa emergere un settore che nonostante la pandemia ha continuato a crescere

Il rapporto, se letto solamente in relazione ai soli bandi di servizi d’ingegneria puri registra un incremento dello 0,7 per cento degli importi posti a base d’asta.

“Sottolineiamo come circa il 53 per cento delle gare – afferma il CNI nel rapporto firmato dal Centro Studi – si caratterizza per un importo a base d’asta inferiore alle settantacinquemila euro, una soglia sotto la quale i lavori possono essere affidati utilizzando procedure dirette”.

Il D.L 77 del 2021 e il settore dei servizi d’ingegneria.

Il decreto legge 77 del 2021, pubblicato a novembre 2021, andrà fortemente a incidere sul settore dei servizi ingegneristici. La normativa infatti porta la soglia per l’affido diretto a 139mila euro.

Servizi architettura e ingegneria e liberi professionisti.

Il report del CNI conferma una tendenza già conosciuta. I liberi professionisti si aggiudicano la quota di mercato maggiore, circa il 40%, ma RTI e ATI si confermano mattatori per quanto riguarda gli importi aggiudicati. Solo l’11% degli importi infatti va a finire nelle tasche dei liberi professionisti.

“I liberi professionisti – affermano gli analisti del CNI – si aggiudicano in larga maggioranza gare caratterizzate da importi ridotti, o comunque con base d’asta inferiori alle 75mila euro. Superata questa soglia i liberi professionisti vanno incontro a tutta una serie di difficoltà”.

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