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Servizi di ingegneria, tra luglio e agosto bandite gare senza esecuzione per quasi 100 milioni

Centro studi Cni: il mercato ha proseguito la fase espansiva anche dopo l’entrata in vigore del decreto correttivo al Codice dei Contratti

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Prosegue il ciclo espansivo del mercato dei servizi di ingegneria in Italia. Anche i due mesi di luglio e agosto, infatti, registrano un sensibile aumento degli importi messi a gara. In base ai dati elaborati dal Centro Studi del Consiglio Nazionale Ingegneri, tra luglio e agosto sono state bandite gare senza esecuzione per un totale di quasi 100 milioni di euro: 65,5 milioni a luglio (circa il triplo di quanto rilevato nel mese di giugno e 5 volte più di quanto rilevato nel mese di luglio dello scorso anno) e 29 milioni ad agosto (più del doppio di quanto registrato nel mese di agosto del 2016). La crescita complessiva degli ultimi mesi appare peraltro molto consistente, dato che l’importo a base d’asta “cumulato” nei bandi per i servizi di ingegneria e architettura (senza esecuzione) nei primi otto mesi dell’anno è arrivato a sfiorare i 280 milioni di euro, mentre nel medesimo periodo dello scorso anno non raggiungeva, complessivamente 117 milioni di euro.

E’ opportuno evidenziare che il mercato, già in sensibile crescita dall’inizio dell’anno, ha proseguito la fase espansiva anche dopo l’entrata in vigore del Decreto Correttivo al Codice dei Contratti Pubblici (D.Lgs 19/04/2017 n° 56) approvato dal Consiglio dei Ministri il 19 aprile ed entrato in vigore il 20 maggio. Il “Correttivo” ha modificato sostanzialmente lo stato delle cose con ampie ripercussioni, oltre che sull’andamento del mercato, anche sull’applicazione di alcune indicazioni previste dalla normativa. Ad esempio, la situazione è migliorata per quanto riguarda l’obbligo di utilizzo del decreto “Parametri” per la determinazione dei corrispettivi. Nei due mesi estivi, infatti, quasi il 58% dei bandi ha utilizzato correttamente i parametri contenuti nel DM 17/06/2016 per il calcolo del corrispettivo a base d’asta per le prestazioni professionali.

Ancora poco applicata risulta invece la norma che obbliga, “per motivi di trasparenza e correttezza”, di “riportare nella documentazione di gara il procedimento adottato per il calcolo dei compensi posti a base di gara, inteso come elenco dettagliato delle prestazioni e dei relativi corrispettivi”: solo il 18,3% allega correttamente lo schema di calcolo del corrispettivo. Non si rilevano importanti variazioni per quanto attiene ai ribassi di aggiudicazione: il ribasso medio si mantiene sui valori medi rilevati nel corso dell’anno, mentre si registra una leggera diminuzione del ribasso massimo con cui sono stati aggiudicate le gare: 60,1% nel mese di luglio, 57% ad agosto.

“Dopo circa tre mesi dall’entrata in vigore del Decreto Correttivo del Nuovo Codice Appalti – ha commentato Michele Lapenna, Consigliere CNI con delega ai lavori pubblici – possiamo sicuramente affermare che continua il trend positivo nel mercato dei Sia. Le modifiche apportate dal DLGS 56/2017, in particolare per quanto riguarda l’attenuazione della impossibilità di ricorrere allo strumento dell’Appalto Integrato, non hanno avuto effetti negativi. Risultano, poi, molto positivi gli effetti prodotti dalla previsione contenuta nel ‘Correttivo’ circa l’obbligatorietà dell’uso del DM 17 giugno 2016 per la determinazione del base d’asta. Positivo anche l’andamento dei ribassi che nelle gare con l’offerta economica più vantaggiosa si attestano oramai attorno al 30%.

 

“Va sottolineato poi che la situazione relativa alle aggiudicazioni risulta diversificata. Si verifica un’apertura del mercato ai professionisti di piccole e medie dimensioni per importi molto bassi (inferiori ai 40mila euro e tra 40 e 100mila euro), mentre l’accesso alle fasce superiori ai 100.000 euro risulta ancora precluso. A questo proposito, occorrerà lavorare ancora molto per avere un mercato finalmente aperto ai professionisti, ponendo un limite all’attuale predominio delle società. Dovremo intervenire sui requisiti di partecipazione, al fine di ridimensionarli, ma soprattutto bisogna favorire nuovi modelli organizzativi per l’esercizio della nostra professione”.

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