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Sardegna, crollano gli appalti pubblici

Sardegna, crollano gli appalti pubblici: -20% in un anno. Male soprattutto quelli di importo inferiore al milione di euro, l'80% regionale

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Continua la flessione dei lavori pubblici in Sardegna. Se nel corso del primo trimestre dell’anno si era registrato un numero in leggera crescita a fronte di un forte calo della spesa, alla fine di luglio il risultato è negativo su entrambi i fronti. Con 602 gare promosse in sette mesi per un importo complessivo a base di gara pari a 308 milioni, il mercato regionale delle opere pubbliche è di circa il 20% inferiore rispetto allo stesso periodo del 2015. Il report del Centro studi della Cna Sardegna mette in luce impietosamente il crollo degli appalti pubblici evidenziando un netto ridimensionamento del numero degli interventi promossi, che da maggio si attestano in media sotto le 60 unità mensili, contro i quasi 110 del primo quadrimestre e del 2015 (anno che  – giova ricordarlo – arrivava dopo un 2014 disastroso).

“Dopo poco più di tre mesi dall’entrata in vigore del nuovo codice degli appalti l’attività delle stazioni appaltanti ha chiaramente rallentato in Sardegna così come in tutto il territorio nazionale”, spiegano Francesco Porcu e Mauro Zanda rispettivamente segretario regionale della Cna Sardegna e presidente di CNA Costruzioni. “Tra gennaio e aprile l’attività dei committenti pubblici aveva migliorato i livelli del 2015 sia nella nostra regione che nel resto d’Italia (+1,9% le gare promosse in Sardegna e +8% quelle in Italia rispetto al primo quadrimestre 2015) ma nei tre mesi successivi si può senza dubbio parlare di un vero e proprio crollo del mercato, ovvero -25% in Italia, assai peggio in regione, -45%”. Anche la spesa, evidenziano i vertici della Cna, ha avuto lo stesso trend: nel primo quadrimestre è cresciuta sia in Sardegna che in Italia (+3% e +65% rispettivamente), mentre tra maggio e luglio si è ridotta del 49% in Sardegna e del 34% nel totale nazionale a testimoniare che il blocco dell’attività riguarda anche i grandi progetti.  “Il nostro auspicio – spiegano Porcu e Zanda – è che l’attività delle stazioni appaltanti venga rimessa in moto dalle risorse UE per il settennio 2014-2020 e soprattutto dai due miliardi di euro previsti per le infrastrutture dal Patto per la Sardegna appena sottoscritto da Governo e Regione”.

Fatta eccezione per i bandi con importo non segnalato (che passano da 94 a 120) la riduzione riguarda tutte le classi, ma il tasso negativo più importante è relativo al cuore del mercato: i lavori di importo inferiore a un milione (in cui si concentra mediamente circa l’80% della domanda) si sono ridotti del 26% rispetto ai primi sette mesi 2015. In termini economici la caduta di tale fascia del mercato è stata anche più rilevante: quasi il 42% rispetto al corrispondente periodo 2015. Lo scenario è recessivo anche per i lavori più grandi anche se in questo ambito si registrano tassi negativi meno importanti: gli interventi di importo superiore a un milione hanno perso il 6% in termini numerici e il 9% in termini di spesa. Ne sono stati censiti 46 (49 un anno prima) per 237 milioni (260 nei primi sette mesi 2015). Quest’anno nessuna gara ha superato i 50 milioni.    

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