venerdì, Novembre 15, 2024
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Attualità

Riceviamo e Pubblichiamo l’intervento di Carmine Battipaglia, Presidente Nazionale CNA Installazione Impianti

Passata l’emozione per il terremoto di Ischia ed il ricordo di quello che ha colpito lo scorso anno Amatrice ed altre zone del centro Italia, ritengo opportuna e non più rinviabile una riflessione seria e ragionata sullo stato della sicurezza e dell’efficienza, non certo invidiabile, del nostro patrimonio abitativo.

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Passata l’emozione per il terremoto di Ischia ed il ricordo di quello che ha colpito lo scorso anno Amatrice ed altre zone del centro Italia, ritengo opportuna e non più rinviabile una riflessione seria e ragionata sullo stato della sicurezza e dell’efficienza, non certo invidiabile, del nostro patrimonio abitativo.

“Affermo subito che l’istituzione di un fascicolo di fabbricato, di un documento, cioè, che contenga i dati della struttura e degli impianti di un edificio è divenuta un atto obbligato. Conoscere la storia tecnica dei fabbricati nei quali abitiamo o lavoriamo non può più essere considerato un mero esercizio accademico che interessa pochi esperti ed addetti ai lavori, ma una vera e propria necessità che riguarda tutti i cittadini. Lo sconcerto e la commozione per questi tragici eventi non possono durare solo qualche settimana, tornare nell’oblio quando i media iniziano ad occuparsi di altro e ripresentarsi con forza alla prossima tragedia.

Così come non sono più giustificabili le lacrime di coccodrillo di chi oggi si indigna per quanto è accaduto, ma non più tardi di ieri tuonava contro i balzelli economici e gli adempimenti burocratici che il fascicolo di fabbricato, ma anche qualsiasi forma di controllo sulla sicurezza ed efficienza degli impianti, avrebbe imposto ai “poveri” proprietari di immobili.

Il fatto che la casa, proprio perché posseduta da circa il 70% delle famiglie italiane, sia diventato un bene da spennare fiscalmente è certamente esecrabile ed ingiusto per la maggior parte dei contribuenti, ma non giustifica nel modo più assoluto l’opposizione che alcune lobby della proprietà immobiliare hanno praticato, con il sostegno di alcuni parlamentari sempre alla ricerca di facili consensi ed effimera visibilità mediatica, nei confronti di qualsiasi proposta che cercasse di mettere ordine e metodo nel disastrato panorama degli edifici del nostro paese.

In Italia abbiamo attivi più di 30 milioni di impianti termici (oltre il 60% autonomo), 19 milioni di impianti di raffrescamento, oltre 24 milioni di impianti elettrici (il 92% con potenza inferiore ai 3 kW) e 12 milioni di impianti per la produzione di acqua calda sanitaria; di tutti questi impianti la grande maggioranza non è a norma, non ha la dichiarazione di conformità, ma nessuno ne parla o ne vuole parlare. Si preferisce mettere la testa sotto la sabbia e meravigliarsi di questa situazione solo quando esplode una caldaia o quando un impianto elettrico va in corto circuito e provoca un incendio causando danni a cose e persone.

Si è lodevolmente, anche se con molti limiti, iniziato a tentare una mappatura degli impianti termici con il DPR 74/2013 e con il DM 10 febbraio 2014 che hanno istituito il Catasto territoriale degli impianti termici ed il Libretto di Impianto con l’intento di stabilire precisi obblighi per i responsabili degli impianti e favorire l’interconnessione con il Catasto degli attestati di prestazione energetica.

Peccato che le Regioni si siano poi mosse ognuna per conto proprio con il risultato di avere Catasti regionali diversi e non dialoganti tra di loro e Libretti di impianto che, nonostante quanto previsto dal DPR 74/2013, variano da territorio a territorio. Siamo arrivati al caso limite di un nostro

associato di Mantova che, per sua fortuna, ha clienti, oltre che in Lombardia, anche nelle provincie di Verona, Rovigo, Modena e Reggio Emilia, costretto a compilare 3 diversi libretti di impianto ed adempiere agli obblighi di 3 diversi catasti regionali; il tutto alla faccia della semplificazione.

Assieme a Prosiel, l’associazione per la sicurezza elettrica che annovera tra i propri soci i principali attori della filiera elettrica e di cui fa parte CNA Installazione Impianti, abbiamo proposto l’istituzione del Libretto di impianto elettrico, producendo un modello, in modo da avviare la creazione di una “anagrafe” anche per questa tipologia di impianti e chiudere il cerchio.

I Libretti di impianto assolvono pertanto ad una doppia funzione che parla la lingua della sicurezza e della professionalità.

Sicurezza per il consumatore che gli viene garantita dai documenti e dalle informazioni rilasciate dall’installatore, con la possibilità di verificare con frequenza gli interventi di manutenzione e ricevere indicazioni sulle sue istruzioni d’uso e sulla cura delle apparecchiature che lo compongono, che gli consentano di controllare la salute del suo impianto e, conseguentemente, di ridurre incidenti domestici e consumi.

Professionalità per l’installatore che, grazie al Libretto di Impianto avrà una traccia importante da consultare durante i controlli nelle abitazioni e potrà consegnare all’utente finale tutta la documentazione attestante la conformità normativa e installativa dell’impianto stesso.

Fascicolo di fabbricato e libretto di impianto termico ed elettrico sono ormai necessità ineludibili, e non più rinviabili, se si vuole seriamente pensare ad una politica della sicurezza e dell’efficienza energetica del nostro patrimonio immobiliare che sino ad ora è colpevolmente mancata. Tutti, politici, costruttori edili, installatori, amministratori di condominio e proprietari di case, siamo chiamati a fare la nostra parte ed ognuno per le proprie responsabilità. Se si accetta questa sfida riusciremo, certamente in un tempo non certo breve, a mettere in sicurezza i nostri edifici; diversamente, che nessuno si lamenti al prossimo disastro.

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