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Professionisti

Rete delle Professioni Tecniche e Comitato Unitario delle Professioni si interrogano su come modernizzare il Paese Italia

Si è svolto a Roma l’incontro nazionale promosso ed organizzato dal Comitato Unitario delle Professioni e dalla Rete delle Professioni Tecniche sulla modernizzazione del Paese.

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Si è svolto a Roma l’incontro nazionale promosso ed organizzato dal Comitato Unitario delle Professioni e dalla Rete delle Professioni Tecniche sulla modernizzazione del Paese.

Si è svolto a Roma l’incontro nazionale promosso ed organizzato dal Comitato Unitario delle Professioni e dalla Rete delle Professioni Tecniche sulla modernizzazione del Paese. Al confronto, oltre a molti esponenti delle Categorie, hanno preso parte anche rappresentanti dell’Associazione degli enti previdenziali privati (Adepp) ed esperti dei Centri studi degli Ordini.

Le idee, i dati, le evidenze e le proposte emerse confluiranno in un documento unico che sarà sottoposto ad una discussione generale in una successiva Conferenza programmatica in calendario per il 21 febbraio 2018.

Un risultato ambizioso: l’elaborazione di un documento finale che sarà approvato il prossimo 28 febbraio e successivamente presentato al Paese, a tutte le forze politiche e alla stampa. Ecco l’obiettivo che si sono dati i professionisti italiani riuniti nel CUP (Comitato Unitario delle Professioni) e aderenti alla RPT (Rete Professioni Tecniche), nell’auspicio che possa essere avviato al più presto un confronto costruttivo nel Paese. Con tali proposte, le professioni intendono dare il proprio contributo di idee allo sviluppo del Paese, evidenziando opportunità e criticità che, in ambiti diversi, il nostro sistema è chiamato ad affrontare. Difficoltà che, in vista delle prossime elezioni, potrebbero essere risolte dalle nuove forze politiche.

I partecipanti ai lavori si sono confrontati su 10 differenti temi di dibattito attraverso il metodo Ost (Open space technology). L’Ost è un metodo di interazione costruttiva che si basa sull’auto organizzazione e sull’interesse che ogni partecipante ha per un argomento. Ogni professionista ha potuto partecipare, non tanto per identificare provvedimenti normativi specifici, quanto per dare una visione più ampia, in termini di idee, principi, politiche e provvedimenti di carattere generale da attuare. Tutto ciò grazie alla piattaforma di idee nata oggi, che dovrà enunciare principi e linee di indirizzo di carattere generale, lasciando poi alla politica il compito di tradurre, attraverso norme e interventi, le posizioni espresse in modo unitario dalle differenti categorie professionali.

In relazione poi agli argomenti dibattuti, due dei dieci tavoli di confronto sono stati riservati ai ‘diritti e doveri dei cittadini’ e alla ‘tutela della loro salute’. Altro argomento pilastro del confronto è stato ‘il lavoro’. Nonostante il 2017 sia stato un anno in cui la ripresa economica ha cominciato a rilasciare i suoi primi effetti, il tasso di disoccupazione resta intorno all’11%: troppo alto per un Paese uscito dalla crisi, anche rispetto alla media europea. Capire, in questo scenario, quale nuovo ruolo possono avere gli ordini e i collegi professionali in un’Italia che cambia è stato un altro ambito di confronto. I professionisti, infatti, spesso intercettano, prima di altri soggetti e istituzioni, i bisogni, le fragilità e le contraddizioni delle persone e del sistema socio-economico nel suo complesso. Gli ordini e i collegi professionali possono essere protagonisti del cambiamento del Paese riorganizzando e ridefinendo i servizi per i propri iscritti e per i cittadini aprendosi, nel contempo, al contesto esterno ponendosi come soggetti/interlocutori nei rispettivi ambiti di competenza.

Un’analisi a parte è stata inoltre dedicata ‘alla semplificazione e alla sussidiarietà per una pubblica amministrazione più efficiente’. L’articolo 5 del Jobs Act prevede un’apposita delega al governo in materia di atti pubblici da rimettere alle professioni organizzate in ordini o collegi finalizzata alla semplificazione dell’attività delle amministrazioni pubbliche e per ridurne i tempi di produzione. Si tratta, ad esempio, della devoluzione agli iscritti a tali professioni di una serie di funzioni della Pa, come la certificazione, l’asseverazione e l’autentica. Il ruolo e la funzione dei professionisti spesso si colloca proprio tra mercato e funzione pubblica con norme e mandati che hanno il focus sulla tutela del soggetto più debole. Consapevoli delle mutevoli dinamiche economiche e sociali, anche la ‘formazione di qualità’ è rientrata nel panel degli argomenti affrontati. Ha trovato ampio spazio, inoltre, il rilancio e la crescita del Paese attraverso una migliore ‘gestione degli investimenti e delle risorse’, una vera e propria ‘rivoluzione digitale’, con il ‘rilancio delle città e delle periferie’ (mettendole al centro dei piani di sviluppo), la valorizzazione del ‘patrimonio ambientale, paesaggistico, agroalimentare, del capitale naturale e culturale’.

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