Protocollo MIT Cantieri edili: Osservazioni critiche da parte della RPT
Il Protocollo d’intesa per la salute e la sicurezza nei cantieri edili introduce incombenze non dovute a carico dei professionisti abilitati a svolgere la funzione di coordinatori della sicurezza (CSP e CSE): la RPT chiede spiegazioni
Il ministero ha recentemente pubblicato (il 24 aprile 2020) un “Protocollo d’intesa per la salute e la sicurezza nei cantieri edili”. Il protocollo pubblicato peggiora il carico di lavoro dei professionisti abilitati a svolgere la funzione di coordinatori della sicurezza (CSP e CSE).
Un peggioramento delle condizioni di lavoro che ha portato la Rete delle Professioni tecniche a scrivere e inviare una nota (di lamentele) al Ministro delle infrastrutture Paola De Micheli.
La lettera lamenta in primo luogo scarsa attenzione nei confronti della RPT e quindi l’assenza di un parere tecnico. Dettaglio di estrema gravita, in quanto il protocollo va a modificare, in peggio, l’attività di professionisti operanti nel settore della sicurezza.
Cosa prevede il Protocollo che ha scatenato le ire della RPT?
In particolare sono le nuove funzioni introdotte per il coordinatore della sicurezza a preoccupare la RPT. Il protocollo infatti aggrava la posizione del Coordinatore attribuendo nuove competenze e responsabilità. Inoltre, citiamo testualmente “il coordinatore della sicurezza in fase di progettazione, con il coinvolgimento del RLS o, ove non presente, del RLST, adegua la progettazione del cantiere alle misure contenute nel presente protocollo, assicurandone la concreta attuazione”.
Linee di indirizzo che secondo la RPT sarebbero totalmente inapplicabili perchè il documento elaborato dal CSP è solo un documento di progetto, e non riguarda quindi la fase di apertura del cantiere.
Ultimo punto che viene evidenziato come critico da parte della RPT è la previsione di necessità che il PSC sia adeguato con il coinvolgimento del RLS. Questa previsione rischia, secondo la RPT, di generare solamente confusione nei ruoli.
La RPT in ogni caso ribadisce la propria massima disponibilità a collaborare col Ministero per la rivisitazione del Protocollo. Rivisitazione che dovranno comunque essere fatte tenendo ben presente le considerazioni esposte nella lettera inviata al Ministro.