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Attualità

Professioniste nella PA, al via la banca dati

Presentato a Roma il portale Pro-Rete. Il Dipartimento Pari opportunità e Confprofessioni in campo per promuovere l'ingresso di professionalità femminili ai vertici delle società della pubblica amministrazione

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Un altro passo avanti per agevolare l’accesso delle libere professioniste ai vertici delle società della Pubblica Amministrazione. Il 15 febbraio 2017 si è riunito infatti per la prima volta il tavolo operativo per l’attuazione del protocollo d’intesa siglato lo scorso dicembre tra Confprofessioni e la Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per le pari opportunità, ed alcuni Ordini Professionali (degli Avvocati, Ingegneri, Dottori commercialisti ed esperti contabili, Consulenti del Lavoro) aderenti al progetto Pro-Rete PA.

“Il protocollo d’intesa punta a dare piena attuazione alla normativa sull’equilibrio di genere negli organi di amministrazione e controllo delle società della Pubblica Amministrazione e degli Enti pubblici, promuovendo la partecipazione delle donne professioniste ai processi decisionali e facendo emergere nuovi modelli di governance basati sulla parità di genere e sul merito» spiega Claudia Alessandrelli, segretario di Giunta di Confprofessioni. «Inoltre, consente alle professioniste di accedere alla Banca dati delle professioniste per le pubbliche amministrazioni, Pro-Rete PA, messa a disposizione dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri”.

Durante l’incontro è stato presentato il portale Pro-Rete PA, la banca dati che incrocia domanda e offerta di professionalità da inserire nelle posizioni di vertice di società controllate da Pubbliche Amministrazioni ed Enti pubblici: in tal modo, le professioniste, attraverso l’inserimento del proprio curriculum, avranno la possibilità di mettere skills, competenze ed esperienze a disposizione degli Enti e delle Amministrazioni pubbliche, che avranno così l’opportunità di conoscere ed individuare professionalità femminili da introdurre nelle posizioni di vertice.

Dopo il saluto del Capo Dipartimento, Giovanna Boda, che si è soffermata in particolare sugli obiettivi che si intendono raggiungere attraverso il protocollo di intesa, il Direttore del Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Monica Parrella, ha presentato una panoramica generale sullo stato dell’arte della presenza femminile nei board delle società pubbliche, soffermandosi, in particolare, sui dati numerici e sulle statistiche, a livello nazionale e sul piano territoriale, aggiornati a febbraio 2017, ossia a quattro anni dall’entrata in vigore degli obblighi previsti dalla Legge Mosca Golfo n. 120 del 2011 e dal DPR di attuazione n. 251 del 2012, tesi ad assicurare equilibrio di genere negli organi collegiali delle società a controllo pubblico.

I numeri e statistiche presentati, di gran lunga migliori rispetto agli anni precedenti l’emanazione della Legge, dimostrano che a livello nazionale le donne rappresentano oggi quasi il 29% dei componenti degli organi collegiali di amministrazione e controllo delle società pubbliche, dato superiore al 20% previsto per il primo rinnovo degli organi e molto vicino al 33% previsto per i secondi rinnovi. Tuttavia, specie nelle Regioni del Sud e nelle Isole che presentano un percentuale inferiore c’ è ancora molta strada da fare per infrangere il soffitto di cristallo.

“I risultati sono incoraggianti, anche se nelle Regioni del Sud e nelle Isole, che presentano un percentuale inferiore, c’è ancora molta strada da fare per superare le barriere che ancora frenano l’affermazione delle donne nei board della PA» continua Alessandrelli. «Siamo fermamente convinti che le libere professioniste chiamate a ricoprire incarichi di vertice all’interno delle società controllate dalla Pubblica Amministrazione sapranno contribuire in maniera efficace e produttiva alla loro governance» aggiunge Alessandrelli. «È importante diffondere anche a livello territoriale la conoscenza di Pro-Rete, affinchè le professioniste e le Pubbliche Amministrazioni vi possano ricorrere sistematicamente. È necessario, attraverso un’attività formativa mirata, superare il gap che riguarda non solo a livello quantitativo le nomine, ma anche sul piano qualitativo le candidature, compiendo uno sforzo per porre le donne nelle condizioni di essere candidabili, presenti, visibili nei luoghi in cui si prendono le decisioni. A tale fine molto importante è il coinvolgimento nella formazione delle donne che avendo già ricoperto ruoli di vertice sono portatrici di esperienze, competenze e capacità utili e utilizzabili in quanto tramandabili”.

 

I prossimi step prevedono una serie di incontri di monitoraggio sui dati a livello nazionale e territoriale e l’organizzazione di incontri sul territorio per promuovere l’accesso alla Banca dati affinché le professioniste rappresentate da Confprofessioni possano inserire il proprio curriculum mettendo competenze e professionalità a disposizione degli enti e delle amministrazioni pubbliche, e affinchè questi ultimi utilizzino tale strumento per conoscere professionalità femminili da introdurre nelle posizioni di vertice.

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