Pieve di Cento, a 5 anni dal terremoto apre la Casa della Musica firmata Mario Cucinella
A Pieve di Cento (Bologna) - a cinque anni esatti dal terremoto dell'Emilia-Romagna - è stata inaugurata, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la Casa della Musica, un'architettura formata da nove piccoli edifici cilindrici, progettata dallo studio Mario Cucinella Architects.
Il nuovo centro, che nasce dalla volontà di dare spazi adeguati a due realtà di promozione e insegnamento musicale presenti nel comune: il circolo di musica pievese e la scuola media a indirizzo musicale – è una delle cinque architetture, progettate dallo studio Cucinella, e nate da un fondo di solidarietà attivato subito dopo la scossa di terremoto del 29 maggio del 2012 da Confindustria, dai sindacati Cgil, Cisl, Uil, ai quali si è poi aggiunta Confservizi. Raccolti 7 milioni di euro grazie alla solidarietà di imprese e lavoratori, per la progettazione fu scelto lo studio Cucinella, che a maggio 2013, tra 160 candidature, selezionò sei giovani architetti e ingegneri under 30 residenti nelle aree colpite dal sisma: Arianna Balboni, Mirco Bianchini, Francesco Galli, Valentino Gareri, Federico La Piccirella, Clelia Zappalà.
I giovani professionisti furono protagonisti del workshop “Costruire per ricostruire” presso lo studio MC Architects, con l’obiettivo di progettare e coordinare la realizzazione degli interventi, partendo dall’ascolto delle comunità locali.
Con le risorse del fondo di solidarietà sono state realizzate cinque opere pubbliche nelle 5 province colpite dal sisma: un centro per lo sport e la cultura a Bondeno (Ferrara), una casa della musica a Pieve di Cento (Bologna), una scuola di danza a Reggiolo (Reggio Emilia), un centro ricreativo a Quistello (Mantova) e un centro socio-sanitario a San Felice sul Panaro (Modena). Solo quest’ultima è in fase di ultimazione, le altre sono terminate.
“Ciò che colpisce – ha affermato durante l’inaugurazione il Capo dello Stato, riferendosi alla Casa della Musica – è che la comunità non è solo il fine, l’obiettivo della ricostruzione, ma è anche la base di questo. Qui la ricostruzione, con l’innovazione che ha comportato, si è potuta svolgere perché la comunità l’ha sorretta, l’ha espressa, l’ha appoggiata, l’ha sostenuta”.
Il linguaggio architettonico si ispira alla radicata tradizione musicale della città, andando a costruire un edificio formato da vari elementi autonomi. Ciascun volume che compone l’architettura è parte di un insieme, così come gli strumenti musicali e i musicisti sono parte di un’orchestra. È un riferimento al mondo della musica anche il rivestimento scelto per i nove volumi, si tratta di legno di rovere, che contribuisce a contenere e amplificare i suoni.
I nove volumi sono collegati da una piazza, da uno spazio distributivo che diventa anche luogo di incontro e di scambio per i giovani musicisti. L’edificio dà una nuova sede alla scuola di danza, demolita in seguito al terremoto. Si tratta di una piccola architettura dalla pianta rettangolare, caratterizzata all’esterno da un rivestimento di legno intrecciato, che ricorda le ceste della tradizione artigiana del luogo. All’interno trovano spazio due patii che ospitano dei giardini, visibili dalla sala di danza. I giardini hanno una duplice funzione: schermano le vetrate dal sole e nascondono gli interni, contribuendo a garantire la privacy degli occupanti.