Jobs Act 2016: i correttivi allo studio della Commissione Lavoro pubblico e privato
Decreti attuativi del Jobs Act 2016 “Condivisibili le modifiche sui voucher, ma bisogna evitare sperequazioni tra settori. Bene sui contratti di solidarietà.
Si è tenuta nei giorni scorsi una audizione di Rete Imprese Italia di fronte alla Commissione Lavoro pubblico e privato della Camera che ha valutato i correttivi ad alcuni decreti attuativi del Jobs Act 2016. Per quanto concerne la riforma sui voucher, per Rete Imprese Italia, anche se l’obiettivo di garantire la piena tracciabilità dei voucher, soprattutto per contrastare la concorrenza sleale a danno degli imprenditori che utilizzano correttamente questo strumento, appare condivisibile, nella pratica attuazione, però, bisogna evitare che il nuovo intervento normativo sia in contrasto con le esigenze di semplificazione che devono improntare ogni intervento normativo. Lo scotto da pagare, però, potrebbe essere quello di alimentare il lavoro nero. I criteri, inoltre, devono essere validi per tutti i settori e le tipologie di rapporto di lavoro, senza introdurre, come invece fa questo provvedimento, ingiustificate differenziazioni.
Secondo Rete Imprese Italia lo strumento dei contratti di solidarietà introdotti maggiormente dal Jobs Act 2016, è segno della volontà di tutelare efficacemente l’occupazione e lo sviluppo del lavoro, abbandonando la logica di mera tutela del reddito che per molti anni ha accompagnato le politiche sociali.
“La scelta del legislatore” secondo Rete Imprese Italia “ è condivisibile perché idonea a evitare comportamenti opportunistici. Positiva anche la misura per mettere a disposizione dell’Anpal (Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro) le informazioni di una serie di banche dati pubbliche, tra cui quella dell’Agenzia delle Entrate. Bene anche la chiarezza introdotta in maniera netta sui poteri di vigilanza, controllo e scioglimento dei Fondi interprofessionali attraverso la definizione delle attribuzioni di Anpal e Ministero del Lavoro. “
E’ però fondamentale che l’Anpal, nella attività di regia delle politiche attive, non sia autoreferenziale e che riesca a coinvolgere pienamente le Organizzazioni di impresa maggiormente rappresentative. In merito al tema delle persone disabili, Rete Imprese Italia ritiene infatti che l’inasprimento delle sanzioni per le imprese che non rispettano le quote dell’obbligo non risolverà certamente la questione dell’occupazione dei disabili, tematica importante sulla quale le imprese da anni fanno la loro parte, ma in un contesto di regole generali del rapporto di lavoro non certo favorevole.
Occorre, al contrario, migliorare le politiche per l’occupabilità delle persone con disabilità ed accompagnare il loro inserimento nelle aziende con misure di sostegno adeguate. Per quanto riguarda il controllo a distanza dei dipendenti Rete Imprese Italia ritiene necessaria una modifica alla norma per prevedere espressamente che l’accordo sindacale richiesto per installare sistemi di videosorveglianza possa essere raggiunto non solo con le rappresentanze sindacali aziendali ma anche con quelle territoriali, nei tantissimi casi nei quali non si fa contrattazione aziendale. Quanto poi alla disciplina delle dimissioni in bianco, Rete Imprese Italia ribadisce quanto sottolineato in più occasioni, vale a dire che la nuova disciplina prevista per il recesso del prestatore di lavoro è particolarmente farraginosa e complessa da un punto di vista pratico e attuativo, perché pone in essere una serie di questioni tecniche che penalizzano le aziende.
La strada migliore per risolvere tali questioni tecniche rimane il recepimento del criterio di delega incentrato sui «comportamenti concludenti» dai quali si possa evincere chiaramente la volontà del lavoratore di dimettersi. Rete Imprese Italia chiede che, con il provvedimento attualmente in discussione in Parlamento, tale criterio venga recepito e inserito tra le modalità di risoluzione del rapporto di lavoro.