“Investire in Italia, una sfida o un’opportunità?”
Far conoscere le ultime novità del sistema fiscale italiano alle imprese estere per promuovere gli investimenti nel Bel Paese.
Far conosce re le ultime novità del sistema fiscale italiano alle imprese estere per promuovere gli investimenti nel Bel Paese. È l’obiettivo dell’incontro che si è svolto nei giorni scorsi a Londra, che ha visto in prima linea l’Agenzia delle Entrate in collaborazione con l’Ambasciata italiana, l’ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane e il Ministero dello Sviluppo Economico. Alla discussione hanno partecipato anche lo Studio Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners, la Westfield Corporation e l’Associazione italiana per il private equity (Aifi). Perché investire in Italia – Il Direttore Centrale Normativa dell’Agenzia delle Entrate, Annibale Dodero, ha sottolineato la centralità strategica di alcune norme come il Patent box e l’interpello sui nuovi investimenti, oltre all’importanza di novità come l’introduzione dell’ACE, la norma che prevede un incentivo alla capitalizzazione delle imprese per fornire un aiuto alla crescita economica, al fine di riequilibrare il trattamento fiscale tra imprese che si finanziano con debito e imprese che si finanziano con capitale proprio, e l’adozione del credito d’imposta riservato ad attività d’impresa volte a dare impulso alla ricerca e allo sviluppo.
Dodero ha, inoltre, ricordato che per il 2017 è previsto l’appuntamento con un’ulteriore riduzione dell’imposta sui profitti, che scenderà in Italia dal 27,5% al 24%. L’interpello sui nuovi investimenti – Gaetano Scala, responsabile dell’ufficio delle Entrate che si occupa degli interpelli sui nuovi investimenti, ha illustrato i risvolti positivi derivanti dall’introduzione di questo istituto. Crescita economica, più competitività e internazionalizzazione delle imprese sono, infatti, garantite anche attraverso l’istituzione di nuove forme di dialogo avanzate, codificate, certe e sicure tra Amministrazione e contribuente. In questa cornice si inserisce la nuova tipologia d’interpello sui nuovi investimenti, introdotta dal decreto 147/2015, che si rivolge a quei soggetti che intendono effettuare in Italia investimenti rilevanti, di almeno 30 milioni di euro. Attraverso questo nuovo strumento, il contribuente può rivolgersi direttamente all’Agenzia delle Entrate per conoscere preventivamente il trattamento fiscale del piano di investimenti e delle operazioni straordinarie pianificate per l’esecuzione dello stesso. In questo modo, quindi, l’impresa può garantirsi le certezza e la sicurezza, normativa e fiscale, relativamente al percorso che seguiranno i capitali che impegnerà sul tessuto economico del Paese.
Investire in Italia si può: il caso della Westfield Corporation – Orientare e indirizzare flussi di capitali in Italia è quindi possibile? Sul punto è intervenuto Peter Miller, Direttore operativo Uk-Europa della Wesfield Corporation, che proprio su Milano ha scelto di avviare un progetto ambizioso di investimento di medio-lungo termine. Miller ha anche spiegato qualità e dinamiche dei rapporti intercorsi con gli uffici milanesi delle Entrate, imprescindibili per condurre a termine la fase iniziale del progetto. Il cambiamento come leva strategica per la crescita – Stefano Grilli, professore di diritto tributario internazionale presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca, e la professoressa Anna Gervasoni dell’Aifi hanno analizzato il tema del cambiamento, osservandolo da due angoli differenti. Il primo ha illustrato i passi in avanti fatti dall’Italia in termini di attrattività, mentre la seconda ha spiegato le ragioni che hanno visto crescere in questi anni il numero di fusioni e acquisizioni di società italiane di grande dimensione da parte di attori esteri; una dinamica che è indicatrice di una chiara attrattività del modello italiano: difficilmente, infatti, un mercato di scarso valore, instabile e fermo sarebbe capace di veicolare capitali freschi sulle sue aziende migliori e più rinomate