Ingv: che cosa è e di cosa si occupa l”Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia
INGV: l'istituto che vigila su terremoti, vulcani e tsunami per la sicurezza dell'Italia e del Mediterraneo

L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) è un ente pubblico di ricerca italiano che svolge un ruolo cruciale nel monitoraggio e nella comprensione dei fenomeni geofisici, sismici e vulcanici. Fondato nel 1999, l’INGV è attivamente coinvolto nella sorveglianza sismica e vulcanica del territorio nazionale, contribuendo alla mitigazione dei rischi naturali e alla protezione della popolazione.
- Storia dell’INGV.
- Sorveglianza vulcanica: occhi puntati sui giganti della natura
- Allerta tsunami: un sistema integrato per il Mediterraneo
- Collaborazione con la Protezione Civile: un’alleanza strategica
- Educazione e sensibilizzazione: la scienza al servizio della società
- Sei un ingegnere? La tua professione richiede un aggiornamento continuo?
INGV: l’istituto che vigila su terremoti, vulcani e tsunami per la sicurezza dell’Italia e del Mediterraneo
L’INGV gestisce la Rete Sismica Nazionale, composta da circa 500 stazioni distribuite su tutto il territorio italiano. Questa infrastruttura consente il monitoraggio continuo dell’attività sismica, fornendo dati in tempo reale che sono fondamentali per la valutazione del rischio sismico e per l’emissione di allerte tempestive.
Storia dell’INGV.
La storia dell’INGV, tra le istituzioni scientifiche più autorevoli d’Italia, affonda le sue radici in un articolato percorso di evoluzione e consolidamento iniziato ben prima della sua denominazione attuale. Nato ufficialmente nel 1999 dall’unione di diversi enti di eccellenza, l’istituto raccoglie l’eredità di organismi storici come l’Istituto Nazionale di Geofisica di Roma, l’Osservatorio Vesuviano di Napoli, l’Istituto Internazionale di Vulcanologia di Catania, l’Istituto di Geochimica dei Fluidi di Palermo e l’Istituto di Ricerca per il Rischio Sismico di Milano. Ma la sua vera origine va cercata negli anni ’30 del Novecento, quando l’allora Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), presieduto da Guglielmo Marconi, pose le basi per un sistema scientifico dedicato allo studio dei fenomeni geofisici e sismici. Già nel 1936, infatti, fu creato l’Istituto Nazionale di Geofisica (ING), con sede presso l’Università La Sapienza di Roma, sotto la guida di Antonino Lo Surdo, figura di spicco della fisica italiana.
Gli inizi
Il primo impulso verso una geofisica strutturata arrivò in un’epoca in cui il governo italiano riteneva la scienza un pilastro strategico per l’autonomia nazionale, istituendo nel 1923 il CNR con la missione di colmare le carenze della ricerca universitaria. Negli anni seguenti, la geofisica iniziò a configurarsi come disciplina autonoma, grazie anche a innovazioni come la realizzazione della prima rete sismica sperimentale, attiva a Roma già dal 1938. In quegli anni pionieristici, l’istituto non solo avviò studi avanzati sui terremoti, ma sviluppò strumentazioni sofisticate – sismografi, clinografi, galvanometri – progettati e costruiti internamente, a testimonianza della vivace attività ingegneristica e scientifica.
Dopo la Seconda guerra mondiale.
Nonostante le difficoltà incontrate durante la Seconda guerra mondiale, con bombardamenti e occupazioni che devastarono alcune delle sedi operative, l’ING riuscì a riorganizzarsi nel dopoguerra, diventando un ente autonomo sotto la vigilanza del Ministero della Pubblica Istruzione. Negli anni ’40 e ’50, vennero ampliate le reti di monitoraggio sismico e magnetico, e l’istituto guadagnò autorevolezza anche a livello internazionale grazie alla rivista “Annali di Geofisica”, che accolse contributi di illustri studiosi come Beno Gutenberg e Keith Edward Bullen.
Questo lungo percorso ha trasformato l’INGV nell’ente di riferimento per la sorveglianza sismica, vulcanica e geomagnetica in Italia e nel Mediterraneo, consolidando la sua missione di monitoraggio e divulgazione scientifica al servizio della sicurezza nazionale.
Sorveglianza vulcanica: occhi puntati sui giganti della natura
L’istituto è responsabile del monitoraggio dei principali vulcani attivi italiani, tra cui l’Etna, il Vesuvio e i Campi Flegrei. Attraverso l’uso di tecnologie avanzate e la raccolta di dati geochimici e geofisici, l’INGV analizza l’attività vulcanica per prevedere possibili eruzioni e fornire informazioni cruciali alle autorità competenti.
Allerta tsunami: un sistema integrato per il MediterraneoDal 2013, l’INGV gestisce il Centro Allerta Tsunami (CAT-INGV), che fa parte del sistema internazionale di allerta per il Mediterraneo. Questo centro monitora costantemente l’attività sismica e vulcanica sottomarina, emettendo allerte in caso di potenziali tsunami che potrebbero minacciare le coste italiane e quelle dei paesi vicini.
Collaborazione con la Protezione Civile: un’alleanza strategica
L’INGV collabora strettamente con il Dipartimento della Protezione Civile, fornendo dati e analisi che sono essenziali per la gestione delle emergenze legate a terremoti, eruzioni vulcaniche e tsunami. Questa sinergia permette una risposta rapida ed efficace in situazioni di crisi, contribuendo alla salvaguardia della popolazione e del territorio.
Educazione e sensibilizzazione: la scienza al servizio della società
Oltre alle attività di ricerca e monitoraggio, l’INGV è impegnato nella divulgazione scientifica e nell’educazione della popolazione sui rischi naturali. Attraverso iniziative come “Io non rischio”, l’istituto promuove la consapevolezza e la preparazione della cittadinanza di fronte ai pericoli geofisici .ingv.it
L’INGV rappresenta un punto di riferimento fondamentale per la comprensione e la gestione dei fenomeni geofisici in Italia. Grazie al suo impegno nella ricerca, nel monitoraggio e nella divulgazione, l’istituto contribuisce in modo significativo alla sicurezza e alla resilienza del paese di fronte ai rischi naturali.
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