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Attualità

Ingegneria e architettura a Roma: il linguaggio delle strutture

Ingegneria e architettura a Roma. Cinque appuntamenti per ripercorrere la storia urbana e architettonica della Roma moderna e contemporanea

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Ingegneria e architettura a Roma. Tra la metà dell’Ottocento e la fine del Novecento si afferma in Italia una Scuola di Ingegneria di grande rilievo internazionale e Roma è il principale teatro dei successi di questa scuola. I più grandi progettisti di strutture fanno a gara per disegnare un ponte o una cupola, per lasciare un segno strutturale nella città eterna: Cottrau, Porcheddu, Krall, Nervi, Morandi, Zorzi, Musmeci.

La lezione sull’ Ingegneria e architettura a Roma si snoda lungo i due secoli raccontando alcune interessanti storie di uomini coraggiosi che hanno saputo arricchire la città di capolavori strutturali: dai primi originalissimi ponti sospesi sul Tevere all’avventura epica del ponte del Risorgimento; dal planetario delle terme di Diocleziano, alle cupole per le Olimpiadi di Roma ’60; dall’esilissimo ponte della metropolitana fino alle opere più recenti segnate dalla crisi di identità dell’ingegneria italiana.

Sergio Poretti, storico della costruzione, ha vinto l’ERC Advanced Grant nel 2011 con la ricerca SIXXI – Storia dell’ingegneria strutturale in Italia, che conduce con un team di giovani ricercatori all’Università di Roma Tor Vergata. Ha pubblicato, tra l’altro: Progetti e costruzione dei Palazzi delle Poste a Roma (1990), Il restauro delle Poste di Libera (2005), Modernismi italiani (2008), SIXXI 1 (2014) e SIXXI 2 e SIXXI 3 (2015). Ha una passione per la fotografia, soprattutto di Roma.

Tullia Iori insegna Architettura tecnica all’Università di Roma Tor Vergata. Allieva di Sergio Poretti, si occupa da sempre di storia della costruzione e in particolare di storia dell’ingegneria strutturale. Attualmente è impegnata nella ricerca SIXXI. Ha pubblicato diversi libri e saggi sulla storia del cemento armato in Italia, su Pier Luigi Nervi e le sue opere (anche co-curando la mostra monografica del 2010 al MAXXI), sull’ingegneria contemporanea e le “Pop Structures”.

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