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Diventare Ingegnere Ambientale: guida completa al percorso di carriera e formazione

Come e perché diventare ingegnere ambientale? Guida completa al settore dell'ingegneria ambientale.

Diventare Ingegnere Ambientale: guida completa al percorso di carriera e formazione
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Come e perché diventare Ingegnere Ambientale? Negli ultimi anni, il settore professionale ha fatto importanti passi verso l’adozione di pratiche sostenibili, ponendo un’enfasi crescente sull’uso responsabile delle risorse energetiche e sulla realizzazione di progetti a zero impatto ambientale.

Come e perché diventare ingegnere ambientale? Guida completa al settore dell’ingegneria ambientale.

  1. Una laurea in ingegneria è un vantaggio economico.
  2. Genere e area geografica di residenza.
  3. Importanza della formazione professionale per un ingegnere.
  4. Sei un ingegnere? La tua professione richiede un aggiornamento continuo?

Al centro di questo movimento troviamo la figura dell’Ingegnere Ambientale, un professionista chiave nello sforzo collettivo per la tutela dell’ecosistema e la conservazione del nostro pianeta.

Quando e come nasce il corso di laurea per ingegnere ambientale in Italia?

La nascita del corso di laurea in Ingegneria Ambientale può essere fatta risalire al 1989, anno in cui emerge come evoluzione diretta dalla chiusura del precedente percorso accademico dedicato all’ingegneria mineraria. Questo nuovo corso si colloca all’interno delle classificazioni accademiche dedicate all’ingegneria civile e ambientale, rientrando specificamente nel settore A dell’albo delle discipline ingegneristiche. La sua istituzione riflette un riconoscimento crescente dell’importanza di approcci ingegneristici focalizzati sulla sostenibilità e sulla gestione responsabile delle risorse naturali.

Nel 1999, si assiste a un ulteriore sviluppo nel panorama formativo degli ingegneri con vocazione ambientale: il corso originario viene riformulato in quello che oggi conosciamo come laurea in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio. Questo aggiornamento curricolare non abbandona le radici della sua eredità accademica, ma le integra con una visione più ampia e attuale. Infatti, mantiene e valorizza alcuni elementi distintivi del percorso di studi degli ingegneri minerari, in particolare attraverso l’inclusione di esami specifici nell’ambito dell’energia industriale. Ciò porta alla nascita di un indirizzo specializzato all’interno dello stesso corso, focalizzato sull’energia, che riflette l’impegno verso la formazione di professionisti capaci di affrontare le sfide energetiche contemporanee nel rispetto dell’equilibrio ambientale.

Cosa si studia in ingegneria ambientale?

Per intraprendere una carriera in Ingegneria Ambientale, è fondamentale un percorso formativo ben strutturato e rigoroso, che attualmente segue il modello accademico 3+2. Questo modello prevede:

  • Un primo ciclo di tre anni, al termine del quale lo studente ottiene una laurea triennale.
  • Una successiva specializzazione biennale, culminante nella laurea magistrale.

Durante questi anni di studi, il futuro Ingegnere Ambientale affronterà un’ampia gamma di discipline, ciascuna essenziale per forgiare una comprensione profonda e articolata delle sfide ambientali e delle soluzioni ingegneristiche applicabili. Le materie studiate includono, ma non si limitano a:

  • Analisi Matematica, per sviluppare una solida base di ragionamento logico e quantitativo.
  • Fisica e Chimica, indispensabili per comprendere i principi che regolano i fenomeni naturali.
  • Scienze dei Materiali, per conoscere le proprietà e l’applicazione dei materiali nell’ambito ambientale.
  • Meccanica Razionale, per analizzare le forze e i movimenti nell’ingegneria strutturale.
  • Idraulica e Costruzioni Idrauliche, fondamentali per la gestione delle risorse idriche e la progettazione di opere idrauliche.
  • Scienza delle Costruzioni, per il calcolo e la progettazione di strutture resistenti e sostenibili.
  • Geologia e Geotecnica, per valutare i fattori geologici che influenzano le costruzioni e l’ambiente.
  • Disegno e Architettura Tecnica, per sviluppare competenze nel disegno tecnico e nella progettazione.
  • Tecnica e Dinamica delle Strutture, per studiare la resistenza e il comportamento dinamico delle strutture.
  • Ingegneria Sanitaria, per affrontare le tematiche relative alla salute pubblica e alla gestione dei rifiuti.
  • Geoingegneria Ambientale, per l’applicazione delle tecniche geotecnologiche alla protezione dell’ambiente.
  • Prevenzione, Controllo e Rischio Ambientale, per identificare e gestire i rischi ambientali.
  • Chimica Ambientale e Tecnologie per la Tutela Ambientale, per intervenire sulla contaminazione e promuovere la decontaminazione.

Dopo aver completato il percorso formativo e ottenuto la laurea, per esercitare legalmente la professione è necessario superare l’esame di Stato in Ingegneria e iscriversi all’Albo Professionale, passaggi finali che conferiscono il titolo di Ingegnere e l’abilitazione alla pratica professionale.

Compiti e mansioni di un Ingegnere per l’Ambiente e il Territorio

L’Ingegnere Ambientale è un professionista dalla versatilità eccezionale, capace di operare in un’ampia varietà di contesti che vanno dalla tutela e difesa del territorio fino alla gestione sostenibile delle risorse naturali, inclusi acqua, suolo e la corretta gestione dei rifiuti. Questo esperto svolge un ruolo cruciale nell’armonizzare le esigenze di sviluppo umano con la preservazione dell’ambiente, intervenendo in tutti quegli ambiti in cui è fondamentale bilanciare l’interazione tra uomo e natura, sempre attraverso un approccio ingegneristico.

Tra le sue principali responsabilità rientrano:

  • La progettazione di strutture di ingegneria civile che minimizzino l’impatto ambientale.
  • Promuovere l’uso sostenibile delle risorse territoriali.
  • Implementare misure per la sicurezza del territorio e delle infrastrutture.
  • Monitoraggio e gestione delle risorse idriche.
  • La decontaminazione di ambienti inquinati e la bonifica di aree contaminate.
  • Sviluppo di sistemi informativi geografici per la gestione del territorio.
  • Pianificazione di strategie per la difesa e la valorizzazione del territorio.
  • Valutazione e certificazione della qualità ambientale.
  • Protezione di persone e beni dai rischi naturali e antropogenici.
  • Analisi e gestione degli impatti negativi delle attività umane sull’ambiente.
  • Coordinamento di progetti ambientali e collaborazione con altri specialisti per affrontare sfide di sostenibilità complesse.

Oltre a queste mansioni, l’Ingegnere Ambientale si distingue per competenze aggiuntive grazie alla sua formazione incentrata anche su aspetti energetici, con corsi di studio che includono materie di ingegneria industriale. Questo background gli consente di affrontare problemi e progettare soluzioni in ambiti che tradizionalmente spetterebbero agli ingegneri elettrici o nucleari, come:

  • La valutazione dell’impatto elettromagnetico in specifici contesti.
  • L’analisi dell’impatto ambientale di impianti industriali.
  • Contribuire alla green economy e alla transizione ecologica.
  • L’innovazione nell’ambito dell’industria 4.0 e delle smart grid.

In sintesi, l’Ingegnere Ambientale è una figura professionale di frontiera, che integra le conoscenze tecniche tradizionali con nuove competenze legate ai grandi temi della sostenibilità e dell’innovazione tecnologica. Questa multidisciplinarietà lo rende fondamentale nell’odierno contesto di sfide ambientali e di transizione verso un’economia più verde e tecnologicamente avanzata.

Ingegneria Ambientale e formazione continua

Il profilo dell’Ingegnere Ambientale è caratterizzato da una forte interdisciplinarità, che implica la necessità di un continuo aggiornamento professionale per rimanere al passo con le evoluzioni tecnologiche, normative e metodologiche del settore. Essere iscritti all’albo degli ingegneri e mantenere il proprio status professionale attraverso l’aggiornamento continuo è un requisito imprescindibile per l’esercizio della professione. Questo obbligo formativo si traduce nell’acquisizione di Crediti Formativi Professionali (CFP), essenziali per garantire che l’ingegnere mantenga e affini le proprie competenze nel corso del tempo.

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