“Nonostante le promesse della Presidente di Inarcassa Paola Muratorio di adottare il voto elettronico anche in questa tornata elettorale, in piena era digitale, saremo costretti a votare recandoci personalmente nei seggi oppure, come accade prevalentemente nelle grandi città e nelle province con ampi territori, dovremo spendere pure i soldi per la raccomandata con ricevuta di ritorno. Purtroppo questo sistema favorisce modi clientelari di raccolta massiva delle schede elettorali e, quindi, di conseguenza, un controllo sul voto che diversamente tramite il sistema elettronico sarebbe impossibile”.
Parole forti quelle espresse dal coordinamento nazionale “ Inarcassa insostenibile” .
Mentre si avvicinano le elezioni per il rinnovo del Comitato Nazionale dei Delegati Inarcassa per il quinquennio 2015 – 2020, in un periodo ricco di mini scandali che hanno coinvolto esponenti della direzione nazionale di Inarcassa, ecco saltare agli onori delle cronache l’ennesima grana da pelare.
Inarcassa insostenibile ha denunciato pubblicamente il costo delle elezioni della cassa di categoria in quanto “le spese si riferiscono agli oneri da sostenere per il rinnovo degli Organi collegiali. La voce include invece oneri per inserzioni e avvisi, allestimento e spedizione schede elettorali, compensi a componenti seggi elettorali e spese notarili. Le voci di spesa principali sono i costi per inviare circa 160.000 raccomandate e la gestione degli oltre 100 seggi elettorali presenti nelle province italiane presso le sedi di studi notarili ed una nutrita schiera di Presidenti e scrutatori individuati secondo non chiari metodi: Presidente, Vice Presidente e scrutatori (due fino a 500 elettori, quattro per più di 500 elettori)”.
Polemiche che non fanno altro che esacerbare ancora di più uno scontro che da “politico” sfocia delle volte in un confronto quasi personale.