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Attualità

I progettisti esterni possono eseguire lavori pubblici, anche in Sardegna

Schiarita in vista in Sardegna dopo le polemiche dei mesi scorsi sulla presunta volontà politica di escludere i professionisti dai lavori pubblici.

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Piena soddisfazione da parte dell’Oice per la cancellazione del disegno di legge regionale sardo che voleva internalizzare le attività di studio e progettazione dei lavori pubblici.

Dopo il parere espresso pubblicamente a riguardo dal Consiglio nazionale ingegneri anche l’Oice, ha espresso il suo giudizio positivo sulla nuova versione della legge finanziaria regionale per il 2015 pubblicata gli scorsi giorni sul Buras.

La vicenda progettazione lavori pubblici , che aveva scatenato critiche e polemiche a livello nazionale, ha rischiato di generare un pericoloso precedente anche per tutte le altre regioni Italiane. A sentire i “rumors” della strada, la Sardegna, non sempre prima per quanto riguarda il recepimento delle novità per i professionisti, questa volta ha invece stupito (negativamente)ingegneri, architetti e società di progettazione in genere.

La querelle, ruota attorno a un precedente disegno di legge esaminato dal Consiglio regionale sardo in cui era previsto che fossero trasferite all’interno della Regione Sardegna le attività di studio, progettazione ed attuazione dei lavori pubblici di competenza regionale e si accennava al fatto che con questa soluzione si sarebbero eliminati i “cosiddetti intermediari esterni nelle attività di progettazione e realizzazione delle infrastrutture pubbliche”.

Un’ipotesi svanita nel nulla, per fortuna, anche grazie alle forti proteste dell’Oice e del Cni.

“Internalizzare per legge funzioni di tale complessità e multidisciplinarietà come quelle relative alla progettazione dei lavori pubblici, avrebbe significato da un lato” ha affermato Maurizio Boi, ingegnere sardo vicepresidente Oice “ignorare quanto avviene nel resto dei paesi europei dove le amministrazioni giustamente sono focalizzate sullo studio e sulla programmazione degli interventi, ma non sulla progettazione e, dall’altro, marginalizzare strutture professionali altamente qualificate che con grande difficoltà tentano di rimanere sul mercato in un contesto di drammatico calo della domanda pubblica”

 

“La nostra posizione è che” conclude Boi “quando una P.A. intendesse progettare dei lavori pubblici, i progettisti pubblici dovrebbero per lo meno dimostrare gli stessi requisiti richiesti a coloro che si confrontano sul libero mercato”. 

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