Gli ingegneri italiani devono essere protagonisti del cambiamento del paese
La relazione del Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri ha aperto i lavori del 61° Congresso degli Ordini degli Ingegneri Italiani.
“Progettare il cambiamento del Paese è ciò che deve caratterizzare l’impegno degli ingegneri italiani nel prossimo futuro. Dobbiamo essere protagonisti di questo processo perché abbiamo tutte le carte in regola”.
Questo il messaggio forte lanciato dal Presidente del CNI Armando Zambrano, nel corso della sua relazione in occasione dell’apertura del 61° Congresso degli Ordini degli Ingegneri d’Italia. Un evento che traccia il bilancio di cinque anni di attività dell’attuale Consiglio Nazionale e che getta le basi della piattaforma programmatica da realizzare nei prossimi anni.
Zambrano ha tenuto a sottolineare come l’attuale Congresso si basi su “condivisione e professionalità dei nostri iscritti” i quali, attraverso i rappresentanti degli Ordini territoriali che hanno partecipato ai lavori precongressuali, hanno dato un contributo fondamentale per individuare ed approfondire i temi che saranno discussi in questa edizione.
Il Presidente del CNI, poi, ha fatto riferimento a questi cinque anni di attività dell’attuale Consiglio Nazionale.
“Abbiamo lavorato duramente” ha detto Zambrano ”in coincidenza col peggior momento della vita dei professionisti in Italia. Abbiamo dovuto fronteggiare le conseguenze dell’abolizione delle tariffe che hanno favorito il fenomeno del massimo ribasso, oltre al fenomeno delle società di ingegneria”. Poi ha aggiunto: “senza professionisti lo Stato non funziona e la nostra categoria ha i numeri per svolgere un ruolo decisivo. Negli ultimi cinque anni ci sono stati 100mila nuovi laureati in ingegneria e 10mila nuovi iscritti all’Albo. Il trend occupazionale degli ingegneri, inoltre, se si fa eccezione del settore delle costruzioni, rimane molto buono. Ma occorre utilizzare questa forza ispirandosi all’articolo 3 della legge sulle professioni che associa a queste indipendenza ed autonomia di giudizio. In questo senso la riforma del sistema ordinistico non deve essere un obbligo ma un’opportunità: un modo per rispondere al meglio alle esigenze degli iscritti e del Paese”. Ha quindi concluso così: “la battaglia dobbiamo farla tutti assieme, non solo il CNI”.
La relazione di Zambrano è stata preceduta da una serie di saluti istituzionali che sono stati coordinati dal Presidente dell’Ordine della Provincia di Palermo, Giovanni Margiotta. Va segnalato, soprattutto, il messaggio indirizzato al Congresso dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Tra gli altri saluti, quello di Simona Vicari (Sottosegretario alle Infrastrutture), dei Vice Sindaco di Palermo Emilio Arcuri e del Presidente della Consulta degli Ordini di Sicilia Giuseppe M.Margiotta. I lavori della mattina sono stati arricchiti anche dalla lectio magistralis di Giuseppe Savagnone.