Genova, Ance: tempi lunghi per il nuovo Ponte senza un piano attento e condiviso dei lavori
Crollo Ponte Morandi: sì a misure eccezionali per accelerare i lavori, ma servono governance definita e regole chiare
L’Ance è notoriamente da sempre contraria alle deroghe alle norme ordinarie, quando vengono utilizzate per rimediare ai ritardi dell’amministrazione, come il caso delle Universiadi 2019 o dei Mondiali di Cortina 2021.
La tragedia di Genova è un evento eccezionale, che impone scelte eccezionali, da assumere con senso di responsabilità, superando divisioni e particolarismi. Genova deve tornare a vivere. L’Italia e l’Europa devono tornare ad avere al più presto uno dei porti e degli hub più importanti del Mediterraneo.
Per questo, tutte le misure che verranno prese nelle prossime ore dal Governo che vadano in questa direzione ci trovano d’accordo. Occorre però una governance del processo ben definita, e un insieme di regole che, seppure eccezionali, devono comunque essere chiare e trasparenti.
Ma anche misure eccezionali possono non bastare: occorre lavorare alla programmazione puntuale di tutte le fasi progettuali, autorizzative e realizzative dell’opera, altrimenti tra un anno Genova non potrà avere il suo Ponte. Serve, dunque, innanzitutto una valutazione attenta di ciò che è meglio fare per la città e per il suo territorio. Occorre una progettazione di qualità, un processo realizzativo rapido che possa contare sulle migliori professionalità e tecnologie disponibili.
L’Italia può vantare imprese che sono apprezzate in tutto il Mondo per la propria capacità di realizzare opere di altissimo livello e hanno il know how e le competenze necessarie per affrontare al meglio questa sfida.