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Energia Nucleare: dal vertice di Washington un bilancio positivo per la sicurezza

Rafforzare l’impegno comune per mettere in sicurezza il materiale nucleare. Questo il messaggio emerso al Nuclear Security Summit, il vertice sulla sicurezza dell’energia nucleare

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Rafforzare l’impegno comune per mettere in sicurezza il materiale nucleare. Questo il messaggio emerso al Nuclear Security Summit, il vertice sulla sicurezza dell’energia nucleareche si è chiuso il 1 aprile a Washington. Franca Padoani, esperta in sicurezza nucleare dell’ENEA, nonché delegata e sous-sherpa per il MAECI traccia un sintetico bilancio dei lavori.

Il numero di Paesi che hanno ridotto o eliminato dal loro territorio materiale nucleare di origine civile, potenzialmente utilizzabile per ordigni, segna un forte aumento e vaste aree del Pianeta, quali il Sud America, possono virtualmente definirsi “HEU-free”. E oltre 300 tonnellate tra HEU e Pu sono state rimosse da più di 50 impianti nucleari in 30 Paesi e sono state trasferite essenzialmente negli Stati Uniti e in Russia. E’ quanto emerso al vertice sulla sicurezza dell’energia nucleare che si è chiuso a Washington il 1 aprile e al quale per l’ENEA ha partecipato Franca Padoani, esperta di sicurezza nucleare, nonché delegata e sous-sherpa per il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

“Il bilancio è senz’altro positivo, anche perché, spiega l’esperta, tutti i Paesi coinvolti hanno rafforzato la protezione del materiale nucleare, del materiale radioattivo (incluse sorgenti radioattive ad alta intensità) e sono stati fatti progressi importanti nella protezione di impianti nucleari, introducendo nozioni come la protezione da cyberattacchi e il sabotaggio interno”.

Molti Paesi, aggiunge l’esperta, si sono dotati di architetture nazionali di monitoraggio, controllo, analisi (incluso nucleare forense) con forte coordinamento tra diversi apparati dello Stato per il contrasto del traffico illecito di materiale.

Tra i risultati più significativi anche la creazione dei centri di eccellenza per training e supporto alla nuclear security, di cui 15 operativi: in questo contesto l’Italia e l’ENEA hanno giocato un ruolo importante.

 

Ma il vero successo è il rafforzamento del quadro normativo internazionale: proprio alla vigilia del vertice di Washington, è stato raggiunto il numero di ratifiche necessario all’entrata in vigore di uno strumento chiave per la nuclear security: la Convenzione per la protezione dei materiali e degli impianti nucleari, un traguardo da molti considerato impossibile.

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