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Elezioni inarcassa, il sindacato chiede la reintroduzione del contributo di solidarietà

Elezioni inarcassa: Inarsind chiede la reintroduzione del contributo di solidarietà, la riduzione delle spese di funzionamento della Cassa, una nuova ridistribuzione del 4% e trasparenza assoluta.

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Elezioni inarcassa: Inarsind chiede la reintroduzione del contributo di solidarietà, la riduzione delle spese di funzionamento della Cassa, una nuova ridistribuzione del 4% e trasparenza assoluta. Sono solo alcune delle proposte avanzate dal Sindacato nazionale degli ingegneri e architetti liberi professionisti in vista delle ormai imminenti elezioni inarcassa di Marzo.

Il sindacato in vista delle elezioni inarcassa, chiede espressamente “una seria diminuzione delle spese di funzionamento riducendo il personale, dimezzando sia il numero dei delegati che le retribuzioni del consiglio di amministrazione, e non occupandosi, senza se e senza ma, di attività improprie e/o fuori dallo statuto che comportano dei costi certi e crescenti o dei rischi significativi ( vedi Arpinge, Parching, Inarcheck, e Campus Biomedico).

Il motivo di tutte queste richieste ai candidati alle elezioni inarcassa sono, secondo Inarsind, semplici.

 

Elezioni Inarcassa, tutte le richieste di Inarsind

 

“queste spese sono sostenute da tutti gli iscritti e, come è ovvio con il contributivo, ogni euro risparmiato va direttamente all’assistenza o nelle pensioni degli iscritti o se si preferisce ogni euro speso per queste iniziative fuori “mission” viene direttamente prelevato dalle tasche degli iscritti”

 

Inarsind chiede inoltre ai candidati alle elezioni inarcassa di esprimersi su una “nuova ridistribuzione del 4% con maggiore vantaggio per chi ha meno di 15 anni di contribuzione e/o non raggiunge i minimi contributivi. Questa misura andrebbe aggiornata ogni due anni in funzione dei risultati dei bilanci . Dai risparmi sopra indicati poi dobbiamo recuperare il denaro per ottenere un’assistenza dignitosa in caso di malattia, inabilità, invalidità temporanea o permanente che deve essere necessariamente, al contrario di quel che accade oggi, anche parziale e non riferita ai “gravi eventi” e per reintrodurre una pensione minima certa che non faccia riferimento ai redditi familiari (ISEE) ma guardi alla dignità dell’iscritto. Pagamento del contributo minimo in funzione dell’effettivo reddito prodotto annualmente con la possibilità di riscattare quanto non versato in qualunque periodo anche alla soglia della pensione”.

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