Decreti fiscali no alla proliferazione degli adempimenti
Nuove comunicazioni per imprese, professionisti e contribuenti, e un meccanismo sanzionatorio che punisce l’errore formale e salva i grandi evasori. La denuncia di Confprofessioni, Confassociazioni, Acta e Alta Partecipazione
“Il decreto fiscale varato dal MEF aggiunge ben otto nuove comunicazioni fiscali ai già numerosi adempimenti che gravano su imprese, professionisti e contribuenti. E come se non bastasse viene introdotto un sistema sanzionatorio completamente sproporzionato».
Lo denunciano in un nota congiunta Confprofessioni, Confassociazioni, Acta e Alta Partecipazione, ricordando che «mentre il rapporto sulla competitività 2017 stilato dalla Banca Mondiale colloca l’Italia al 126esimo posto nel mondo per complessità del sistema fiscale, si aggiungono ulteriori adempimenti e si disegna un meccanismo sanzionatorio che punisce l’errore formale e salva i grandi evasori».
«Siamo da sempre impegnati nella proposizione di strumenti che possano effettivamente contrastare l’evasione fiscale – continuano le Associazioni – ma i dati dimostrano che la proliferazione degli adempimenti aumenta la complessità del sistema mentre non ha effetto sul recupero dell’evasione».
«Ricordiamo che in Italia le imprese impiegano mediamente 240 ore l’anno per far fronte ai propri adempimenti fiscali, mentre in paesi con tassi di evasione nettamente inferiori lo stesso data si attesta su valori considerevolmente più contenuti (in Gran Bretagna 110 ore/anno, in Francia 139 ore/anno). L’equazione più adempimenti meno evasione viene quindi ampiamente smentita dai fatti. Non è chiaro, tra l’altro, come gli adempimenti trimestrali possano velocizzare controlli che a oggi sono fermi sul 2014 con dati annuali 2015 già disponibili da almeno 7 mesi».
«L’evasione fiscale si contrasta con le semplificazioni, con meno burocrazia, con un migliore utilizzo delle tecnologie informatiche, e non con l’evoluzione di strumenti anacronistici che hanno già fallito in passato o con sanzioni che mettono sul medesimo piano un errore formale da 5 euro e una falsa fatturazione milionaria. Auspichiamo quindi – concludono le Rappresentanze – che Governo e Parlamento correggano il decreto fiscale e ci rendiamo come sempre disponibili a collaborare con le Istituzioni nella ricerca e nell’implementazione di soluzioni volte realmente a sconfiggere l’evasione».