Crollo Fiume Magra – Il CNI chiede di mettere finalmente al centro Sicurezza e Prevenzione
“Indossare ancora una volta l’abito della prevenzione solo nelle giornate delle tragedie non è più accettabile; non servono dibattiti e fiumi di parole, serve solo una azione organica e programmata efficace.
Un altro ponte è crollato. Dopo la tragedia del Ponte Morandi poche ore fa è crollato il ponte sul fiume magra e ancora una volta, punta il dito Armando Zambrano presidente CNI, non è necessario impegnarsi a puntare il dito solo nelle giornate di lutto.
“Non servono dibattiti e fiumi di parole – dichiara Zambrano – all’Italia serve solo che Politica e mondo delle professioni si mettano seduti e lavorino ad un azione organica che si impegni a mettere in sicurezza tutto il territorio. Ora BASTA occorre mettere mano, il prima possibile, agli interventi di manutenzione di tutte le infrastrutture del Paese”.
Cosa è successo sul Fiume Magra? quali sono state le cause del crollo?
Il Crollo del Ponte sul Fiume Magra, dobbiamo dirlo, ci riporta alla mente le tristi immagini della tragedia di Genova. Tecnicamente invece parliamo di un infrastruttura realizzata nel primo dopo guerra, nel 1949, a sostituzione di un precedente ponte distrutti dai bombardamenti. Il crollo, ironicamente, non ha causato morti e feriti soltanto grazie alla pandemia di coronavirus che ha praticamente azzerato il traffico sul ponte.
La fortuna, nella tragedia dell’epidemia, non deve però farci scordare come crolli siili possono essere evitati solo e soltanto grazie ad un costante lavoro di manutenzione delle infrastrutture. Lavori che devono essere portati avanti in tempo di pace, senza aspettare che crolli e cedimenti ci costringano ad interventi urgenti.
Eppure, le linee guida per la classificazione del rischio e la valutazione della sicurezza delle infrastrutture esistono (sono state discusse dal consiglio dei lavori pubblici proprio nel corso delle giornate del crollo) e sarebbe sufficiente applicare rigorosamente per evitare tante situazioni a rischio.
Certo, le linee guida sono solo uno strumento tecnico, un mezzo che deve essere usato per produrre risultati. Solo cosi, solo cercando di non farle diventare lettere morte sarà davvero possibile per l’Italia, sopratutto in questo periodo di Post Coronavirus, di riprogettare in sicurezza tutto il territorio.