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Urbanistica

Contratto edilizia e appalti pubblici: il Ministero fa il punto

Nei cantieri pubblici si applica il contratto edilizia. Lo chiarisce la circolare n. 14775 del 2016 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

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Nei cantieri pubblici si applica il contratto edilizia. Lo chiarisce la circolare n. 14775 del 2016 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con cui si richiama l’attenzione degli organi di vigilanza circa la verifica del rispetto dei contratti collettivi sottoscritti dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative, anche in relazione al personale impiegato nell’ambito di appalti pubblici. Una precisazione necessaria alla luce della tendenza ad utilizzare nei cantieri altre tipologie di contratto, determinando un’illegittima alterazione dei principi di concorrenza e di parità di trattamento che devono invece caratterizzare le singole fasi di affidamento ed esecuzione dei lavori.

 Nella circolare il Ministero riprende l’art. 30, comma 4 del nuovo Codice dei Contratti (D.Lgs. n. 50/2016), che ha stabilito inequivocabilmente l’applicazione del “contratto leader” in relazione al settore e alla zona in cui eseguono le prestazioni. In particolare si prevede che “al personale impiegato nel lavori oggetto di appalti pubblici e concessioni è applicato il contratto collettivo nazionale e territoriale in vigore per il settore e per la zona nella quale si eseguono le prestazioni di lavoro stipulato dalle associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale e quelli il cui ambito di applicazione sia strettamente connesso con l’attività oggetto dell’appalto o della concessione svolta dall’impresa anche in maniera prevalente”.

 

 Il mancato rispetto dei contratti, sottolinea il Ministero, comporta l’impossibilità di fruire di qualsiasi beneficio normativo e contributivo, compreso l’esonero già previsto dalle leggi di stabilità 2015 e 2016. Il calcolo della contribuzione obbligatoria va effettuato applicando, qualora superiore, l’importo delle retribuzioni previste dai contratti collettivi sottoscritti dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative sul piano nazionale della “categoria” in cui opera l’impresa.

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