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In Italia crescono i corsi di laurea di ingegneria: ma non sono tutte rose e fiori

In Italia, nonostante la crisi e le polemiche legate alle lauree professionalizzanti, crescono i corsi di laurea di ingegneria

Aumentano i corsi di laurea di ingegneria: ma non sono tutte rose e fiori
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In Italia crescono i corsi di laurea di ingegneria. E’ quanto emerge dal rapporto periodico del Centro Studi CNI. Oltre alla delicata questione delle lauree professionalizzanti, spicca l’elevato numero di corsi in lingua inglese.

Nell’anno accademico 2019-2020 sono stati attivati in Italia 791 corsi di laurea in ingegneria, tra corsi di primo livello e di laurea magistrale, compresi i 12 nuovi corsi di laurea ad “orientamento professionale”.

Il numero dei corsi è sostanzialmente stabile, risultando in leggero aumento rispetto al 2018-2019. Quelli di primo livello, più numerosi, sono relativi all’area di Ingegneria dell’Informazione, seguiti da Ingegneria industriale.

Per quanto concerne le lauree magistrali, invece, i corsi più numerosi sono quelli relativi all’Ingegneria industriale, ma altri 82 corsi attengono sia al settore industriale che a quello dell’informazione. Gli Atenei con il maggior numero di corsi sono quelli di Roma, Torino e Milano, seguiti da Bologna e Padova. In 66 province si registra, comunque, almeno un corso di laurea in Ingegneria. Ormai rilevante è anche il numero di corsi erogati in lingua inglese: per la laurea magistrale se ne contano infatti 110, pari a quasi un quarto (24,2%) dell’offerta complessiva di secondo livello. E’ quanto emerge dal consueto rapporto sui corsi di laurea in ingegneria elaborato dal Centro Studi CNI.

Particolarmente delicata è la questione relativa ai citati 12 nuovi corsi di laurea ad “orientamento professionale”, introdotti dal Decreto MIUR n.635 dell’8 agosto 2016 “al fine di rafforzare l’attrattività delle Università a livello internazionale e il collegamento con il mercato del lavoro” e attivati da alcuni atenei italiani nell’ultimo anno. Questa nuova tipologia di corsi è stata creata con il dichiarato obiettivo di formare dei tecnici di livello avanzato con competenze immediatamente spendibili nel mercato del lavoro, che divergono sensibilmente da quelle possedute dai laureati di primo livello.

“Considerando la peculiarità delle lauree ad orientamento professionale – commenta Armando Zambrano, Presidente CNI – riteniamo che questi laureati non possano accedere all’Albo degli ingegneri iuniores, poiché rispondono più agli obiettivi formativi di figure come i geometri e i periti industriali. Tuttavia, l’assenza di una specifica disposizione attuativa che distingua le classi di laurea professionalizzanti da quelle “tipiche” di primo livello, permette anche ai laureati di questi corsi di sostenere l’Esame di Stato per l’accesso alla professione di ingegnere iunior. Tale sistema di accesso all’Albo degli ingegneri ci appare del tutto incoerente con i requisiti necessari per l’esercizio della professione di ingegnere. Per tali motivi da tempo chiediamo al MIUR un riordino complessivo della materia e una nuova classificazione di questo tipo di lauree”.

“L’analisi del nostro Centro Studi – dice Giuseppe Margiotta, Presidente del Centro Studi CNI – attesta come il numero di corsi di laurea in ingegneria vada consolidandosi, facendo registrare anche un piccolo segno positivo. Un’offerta formativa che si dimostra in linea con la domanda di formazione ingegneristica nel nostro Paese. Mi preme poi sottolineare come risulti particolarmente spiccata l’attitudine, da parte dei nostri atenei, ad attivare corsi in lingua inglese che hanno lo scopo, da un lato, di formare laureati in grado di competere anche all’estero e, dall’altro, di attrarre studenti stranieri. Nell’ultimo anno accademico analizzato un corso di laurea magistrale su quattro è svolto in lingua inglese. Un dato che mi sembra particolarmente significativo”.

Il rapporto del Centro Studi CNI, tra le altre cose, mostra come la possibilità di attivare un corso di laurea attinente alle discipline ingegneristiche abbia determinato il fatto che in ben 66 province italiane esiste almeno un corso di laurea in ingegneria. Roma si conferma la principale area di formazione ingegneristica con 97 corsi, seguita da Napoli e Milano (entrambe con 48 corsi).

La grande attenzione verso i corsi ingegneristici si traduce nel fatto che, accanto ai grandi Atenei in cui si concentra la grande maggioranza dei corsi, una serie di realtà di minori dimensioni rende l’offerta formativa in ingegneria molto diffusa in tutte le aree del Paese.

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