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Ingegneri italiani: occhi puntati sull’appalto integrato

L'associazione italiana degli ingegneri ha esaminato e commentato gli ultimi dati forniti dall'Anac in merito al ricorso all'appalto integrato.

Ingegneri italiani: occhi puntati sull'appalto integrato
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Ingegneri italiani: occhi puntati sull’appalto integrato. L’associazione italiana degli ingegneri (CNI) ha esaminato e commentato gli ultimi dati forniti dall’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) in una relazione annuale al legislatore. Queste informazioni coincidono con analisi preesistenti effettuate dallo stesso Centro di Ricerca del CNI.

  1. Compromessa l’integrità dei processi d’appalto
  2. Appalto integrato: il parere del CNI
  3. Angelo Domenico Perrini, il presidente del CNI
  4. Apportare modifiche specifiche al nuovo Codice/a>
  5. Sei un ingegnere? La tua professione richiede un aggiornamento continuo?

L’associazione italiana degli ingegneri (CNI) ha esaminato e commentato gli ultimi dati forniti dall’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) in merito al ricorso all’appalto integrato

Nel mese di giugno, Anac ha consegnato un documento ai membri del Parlamento, focalizzandosi sulla sorveglianza degli appalti pubblici, soprattutto nella fase contrattuale. Per il 2022, l’ente di controllo ha evidenziato vari aspetti problematici, tra cui un aumento irrazionale dei costi, spesso dovuti a cambiamenti nei progetti iniziali.

Compromessa l’integrità dei processi d’appalto

Queste modifiche hanno spesso comportato una compromissione dell’integrità competitiva dei processi di appalto. Molte delle questioni sollevate si riferiscono al modello di “appalto integrato”, in cui la progettazione e l’esecuzione vengono assegnate simultaneamente, una pratica ora più liberamente permessa dalla nuova legislazione, in contrasto con le regole precedenti.

Appalto integrato: il parere del CNI

Il CNI non è stato sorpreso dalle constatazioni di Anac. La loro opposizione al massiccio utilizzo degli appalti integrati è nota e risale a tempo addietro. Già nel 2015, gli analisti del Centro di Ricerca del CNI avevano delineato una situazione del tutto in linea con le attuali conclusioni di Anac.

Angelo Domenico Perrini, il presidente del CNI

“Da quando è stato istituito questo nuovo Consiglio – ha dichiarato Angelo Domenico Perrini, presidente del CNI – abbiamo sempre sottolineato che l’uso eccessivo degli appalti integrati compromette gravemente l’adeguata realizzazione di progetti pubblici. Primo, perché gli enti assegnatari spesso mandano in gara progetti non sufficientemente elaborati, confidando troppo nell’abilità delle imprese che verranno dopo. Secondo, non vediamo l’adempimento delle tempistiche promesse durante la fase di appalto per quanto riguarda la progettazione effettiva. Questo è in parte dovuto al fatto che gli ingegneri coinvolti sono spesso rallentati dalle esigenze commerciali delle imprese, che cercano di massimizzare i loro profitti.”

Apportare modifiche specifiche al nuovo Codice

Il CNI insiste sulla necessità di apportare modifiche specifiche al nuovo Codice, in particolare per superare le limitazioni imposte ai requisiti professionali dei progettisti (art. 100) e per ridurre l’eccessiva dipendenza dai contratti combinati di progettazione e realizzazione (art. 44).

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