Alla ricerca di capolavori nascosti con le onde elettromagnetiche
Avviata una collaborazione nippo-italiana, che sfrutterà le onde elettromagnetiche, per lo studio e la valorizzazione del patrimonio culturale
Avviata una collaborazione nippo-italiana, che sfrutterà le onde elettromagnetiche, per lo studio e la valorizzazione del patrimonio culturale. Scoprire opere d’arte di cui si sono perse le tracce o nascoste sotto di strati di intonaco, applicando onde elettromagnetiche. Questo utilizzo oggi è possibile grazie a una tecnologia innovativa per la diagnosi non invasiva sui beni culturali, frutto di un progetto per la conservazione, valorizzazione e protezione del patrimonio culturale, sviluppato in collaborazione scientifica Italia-Giappone e cofinanziato dal Ministero degli Esteri.
Una tecnologia Nippo-Italiana per la tutela del patrimonio artistico
Al progetto chiamato THz-ARTE partecipano l’ENEA con i laboratori del Centro di ricerca di Frascati, il CNR-IFAC di Sesto Fiorentino , il National Institute for Information and Communications Technology di Tokyo e il Nara National Institute for Cultural Properties con l’obiettivo di sviluppare nuove tecniche di utilizzo della radiazione Terahertz per l’acquisizione d’immagini su dipinti, affreschi e altri reperti artistici attraverso la tecnologia delle onde elettromagnetiche.
‘’Le indagini con le onde elettromagnetiche possono dare un contributo essenziale alla comprensione della creazione e della storia di un’opera d’arte” ha affermata alla stampa l’esperto dell’ENEA Gian Piero Gallerano “ le onde elettromagnetiche risultano fondamentali per valutare meglio se un dipinto può essere attribuito o meno a un determinato artista, anche attraverso il confronto con altre indagini diagnostiche eseguite su altre opere dello stesso artista ” .
Un altro contributo alla conservazione dei beni culturali italiani targato Enea.
Inoltre, l’utilizzo di queste tecniche non distruttive, come la riflettografia NIR, può essere determinante per rilevare sotto lo strato visibile del dipinto la presenza del disegno preparatorio, di pentimenti, schizzi, ritocchi, codici cromatici, uso del colore e tanti altri aspetti.
Ad oggi questa tecnologia è stata impiegata su campioni di pitture lignee e murali e l’anno prossimo sarà utilizzata in campagne di misura a Firenze; da parte giapponese, un prototipo commerciale è stato utilizzato ad esempio sul Polittico di Badia di Giotto conservato agli Uffizi.