Aggiornamento governativo sul deposito scorie nucleari
Deposito scorie nucleari: “sul deposito nessuna scelta già fatta”, ma la protesta, nonostante le rassicurazione degli ingegneri incaricarti, monta in tutta Italia
Non è stata scelta ancora alcuna area per il deposito scorie nucleari, a dichiararlo è stato gli stessi ministeri dell’ambiente e dello sviluppo.
La procedura per definire il luogo che dovrà ospitare il tanto osteggiato deposito scorie nucleari, seguirà fin dal suo avvio un iter trasparente e aperto al massimo coinvolgimento di cittadini e istituzioni locali.
Comunità a cui secondo indiscrezioni saranno sicuramente forniti alcuni studi specifici di ingegneria, cosi da rassicurare le popolazioni sui reali rischi, che secondo gli esperti del ministero sarebbero, il condizionale quando si parla di nucleare è sempre d’obbligo, inesistenti.
In questo momento sono in corso le valutazioni tecniche dei ministeri competenti, Ambiente e Sviluppo, sulla Carta Nazionale (CNAPI) redatta da Sogin che individua le aree potenzialmente idonee, nell’ordine di alcune decine dislocate in varie regioni italiane, seguendo i criteri dettati dalle linee guida dell’Ispra. Il testo verrà trasmesso nuovamente a Sogin, che lo renderà pubblico nel tempo necessario ad adeguarlo alle prescrizioni dei dicasteri. Seguirà poi una fase di consultazione pubblica della durata di quattro mesi, con le comunità individuate/indicate.
Saranno questi i veri banchi di prova per l’iter di selezione dei luoghi da destinare a deposito scorie nucleari, iter che se visto in raffronto con le “battaglie” per la TAV non si annuncia certamente come semplice e privo di proteste.
Ad oggi, comunque, specifica una nota stampa ufficiale del ministero non esiste nessuna decisione in merito al comune in cui sorgerà l’unico deposito scorie nucleari su tutto il territorio nazionale. Al massimo, e questo viene confermato dallo stesso ministero, esiste un percorso con tempi e responsabilità che ha come presupposto irrinunciabile la “ piena partecipazione delle comunità locali nell’individuazione del sito”.