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Crisi continua per il comparto del cemento

Crisi del cemento: nel 2013 chiusi 21 impianti a ciclo completo su 60

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Nel 2013 la produzione di cemento delle aziende associate a Aitec (Associazione italiana tecnico economica cemento aderente a Confindustria) ha registrato un ulteriore decremento (-12,0%), attestandosi a 20,5 milioni di tonnellate.

Una crisi continua che sembra non avere fine

A scattare la fotografia il secondo Rapporto di sostenibilità Aitec 2013, che rendiconta le azioni più significative in materia di sostenibilità da parte delle aziende associate.

Nel 2013 sono stati chiusi 21 dei 60 impianti di produzione di cemento a ciclo completo esistenti nel 2008. I consumi di cemento hanno proseguito la loro contrazione con un decremento su base annua pari al 15,1%, a fronte di un volume complessivo di 21,7 milioni di tonnellate.

Stime diffuse dall’Ufficio Studi AITEC. Secondo l’AITEC nel 2013 il calo dei consumi ha mostrato intensità differenziate a livello territoriale: il Nord Ovest ha proseguito il calo con un decremento intorno al 12%; le altre ripartizioni hanno subìto, in maniera più intensa, le conseguenze del ridimensionamento delle costruzioni, con decremento tra il 15 e il 17%.

Una crisi di produzione del cemento,  causata da una costante crisi nel settore delle costruzioni che ha portato anche ad una rapida flessione nel mercato del lavoro, in particolare per quanto riguarda i numeri dei nuovi ingegneri.  

Il dato significativo che emerge è che, nonostante il perdurare della situazione di crisi, che ha portato numerosi comparti industriali a contrarre in modo significativo il loro numero di addetti, l’industria del cemento ha contenuto a circa il 9% la riduzione media dei propri lavoratori.

Nel 2013 il valore aggiunto distribuito dal settore ai principali stakeholder è stato pari a 508 milioni di euro, in ulteriore calo rispetto al 2012. A fronte di tale valore, si è registrata una perdita netta a carico degli azionisti che ha superato i 400 milioni di euro, dopo quattro anni consecutivi. Nonostante tale forte criticità, è stata confermata, anche per il 2013, la destinazione in via prioritaria alle risorse umane che prestano la propria opera nell’industria cementiera (77%).

Il settore comunque, malgrado il contesto di crisi, ha investito in protezione dell’ambiente e in sicurezza per i lavoratori, sul triennio 2011-2013, circa 120 milioni di euro. Una tendenza ecologica non consona nel mondo del mercato.

 

“Sul fronte della performance ambientale, il Rapporto registra una riduzione delle emissioni di CO2 pari a circa 305.000 tonnellate e un aumento del tasso di utilizzo di combustibili alternativi dall’8 all’11%. 

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