La burocrazia italiana affossa il mercato dei droni
Le sanzioni del regolamento Enac sui droni civili sono, secondo tanti esperti, sproporzionate
Le molte difficoltà imposte dal regolamento Enac sull’uso dei droni civili rischiano di mettere a repentaglio un settore che negli ultimi mesi è cresciuto a dismisura. Un settore dalle enormi potenzialità di crescita che in Italia interesse circa 500 aziende.
A lanciare l’allarme nel corso dell’evento Dronitaly, è stato lo stesso amministratore delegato dell’evento Fabrizio De Fabritiis: “Monitoriamo costantemente il settore e negli ultimi tempi abbiamo raccolto diversi segnali di insoddisfazione e disagio da parte degli operatori. È necessario che la politica si renda conto che quello dei droni è un nuovo comparto dell’aviazione che dà lavoro, e non un hobby da ragazzini annoiati”.
“Gli operatori” ha affermato De Fabritis “pur consapevoli che il Regolamento ha disegnato la cornice giuridica entro cui esercitare le attività, lamentano oggi che la domanda di operazioni più frequente ricade in quelle che Enac definisce aree critiche. Le riprese foto-video, il controllo delle strutture civili e industriali e le riprese aero-fotogrammetriche avvengono quasi sempre nelle zone popolate, e questo blocca quasi del tutto il mercato a causa dei tempi lunghi delle autorizzazioni e dell’incertezza sull’esito e i costi delle stesse“.
Lacci e lacciuoli che secondo diversi addetti rischiano di frenare se non di “ uccidere nella culla “ il settore dei droni da lavoro.
Il limite maggiore risulta essere inoltre proprio nel sistema sanzionatorio, tarato sul settore aeronautico, e per questo eccessivamente sproporzionato.
Un regime di multe e sanzioni che se possono andare bene per multinazionali e grandi aziende, risultano una vera e propria spada di Damocle sulla testa delle aziende che utilizzano i droni per svolgere attività lavorative.
Per un drone del peso di 1 kg e del valore di un migliaio di euro, ad esempio, si applicano le stesse sanzioni previste per un aeromobile dell’aviazione generale, che pesa varie tonnellate e ha un costo di decine di milioni.
Un paradosso che farebbe ridare se non rischiasse di scrivere la parola fine ad un settore che si preannunciava come uno dei più promettenti di prospettiva futura.