Edilizia

Progettare la copertura perfetta strategie avanzate per tetti efficienti ventilati e green

Rinnovare o costruire un tetto efficiente richiede una scelta attenta di materiali, tecnologie e strategie ecosostenibili per comfort, durabilità e risparmio energetico.

Progettare la copertura perfetta strategie avanzate per tetti efficienti ventilati e green
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Quando si avvia la progettazione strutturale di un edificio, la scelta della tipologia di tetti assume un ruolo determinante. Non si tratta solo di un elemento estetico o funzionale, ma di una vera e propria interfaccia tra ambiente esterno e volume abitato, con ripercussioni dirette su resistenza strutturale, efficienza energetica, impermeabilità, isolamento termoacustico e longevità dell’edificio. Per questo motivo, i progettisti devono valutare sin dalle prime fasi la tipologia di tetto più adatto al contesto climatico e normativo, integrandolo coerentemente nella strategia progettuale globale.

In questo articolo:

  1. Tetti a falde e tetti piani
  2. Tetti ventilati
  3. Struttura portante
  4. Come scegliere la copertura esterna dei tetti?
  5. Diffusione tetti verdi
  6. Tetti Blue-Green Roof
  7. Isolamento termico
  8. Sei un architetto? La tua professione richiede un aggiornamento continuo?

Rinnovare o costruire un tetto efficiente richiede una scelta attenta di materiali, tecnologie e strategie ecosostenibili per comfort, durabilità e risparmio energetico.

Costruire ex novo o rinnovare una copertura richiede una visione d’insieme che tenga conto di aspetti come la stratigrafia funzionale, la corretta ventilazione, la resistenza meccanica alle sollecitazioni del vento, neve o carichi accidentali, oltre all’integrazione con impianti tecnologici (come fotovoltaico, pannelli solari o antenne). Anche gli incentivi fiscali legati all’efficientamento energetico e alla ristrutturazione edilizia possono orientare le scelte progettuali e di budget.

Tetti a falde e tetti piani

Tra le tipologie più diffuse, si distinguono il tetto a falde e il tetto piano. Il primo è particolarmente adatto a contesti con elevate precipitazioni atmosferiche: la pendenza delle falde garantisce un rapido smaltimento dell’acqua piovana e una maggiore protezione dagli agenti atmosferici. La geometria può variare (a capanna, a padiglione, a una sola falda), influenzando sia il comportamento strutturale sia quello termico. Il tetto piano, invece, viene spesso scelto in ambito urbano o in edifici moderni per la sua funzione multifunzionale: oltre a rappresentare una copertura, può diventare terrazza calpestabile, supporto per impianti o addirittura area verde, pur richiedendo attenzione nella gestione delle acque meteoriche e nel dimensionamento strutturale per resistere a carichi accidentali maggiori.

Tetti ventilati

Un aspetto spesso sottovalutato, ma tecnicamente strategico, è la ventilazione del tetto. Il tetto ventilato si caratterizza per la presenza di un’intercapedine d’aria tra isolante e manto di copertura, che genera un flusso naturale d’aria grazie alla differenza di pressione tra colmo e gronda. Questo sistema riduce l’umidità interna, mitiga il surriscaldamento estivo e migliora la durabilità dei materiali. Diversi studi dimostrano una riduzione fino a 8–10 °C nella temperatura interna della copertura nei mesi estivi, con conseguente risparmio energetico sui sistemi di climatizzazione. Il tetto non ventilato, più semplice ed economico, resta comunque una soluzione diffusa, soprattutto negli edifici con sottotetto non abitato o in contesti a clima mite.

Struttura portante

Per quanto riguarda la struttura portante, i materiali più impiegati sono il legno lamellare e il calcestruzzo armato. Il legno, impiegato soprattutto in bioedilizia, è leggero, resistente ai carichi statici e dinamici, performante in caso di sisma e dotato di ottime proprietà termoisolanti. Il calcestruzzo, invece, si presta a geometrie più complesse e ha un’elevata resistenza meccanica, ma presenta una massa maggiore e tempi di realizzazione più lunghi. In entrambi i casi, la scelta deve essere subordinata al tipo di copertura previsto, alla destinazione d’uso e alle normative tecniche vigenti (NTC 2018).

Come scegliere la copertura esterna dei tetti?

Il manto di copertura è il layer esterno che completa la stratigrafia e deve essere scelto tenendo conto di impermeabilità, resistenza agli agenti atmosferici, carichi neve, vento e integrazione architettonica. Le tegole in laterizio o cemento rappresentano la scelta più classica nelle coperture a falde, ma oggi il mercato offre anche tegole fotovoltaiche, scandole bituminose, lastre metalliche (in zinco, rame, alluminio o acciaio), fino alle coperture continue prefabbricate, particolarmente adatte alle coperture industriali o alle coperture curve.

Diffusione tetti verdi

Negli ultimi anni si è assistito a una crescente diffusione dei tetti verdi. Questa soluzione innovativa, inquadrata nella logica della rigenerazione urbana e della sostenibilità ambientale, offre vantaggi sia dal punto di vista prestazionale che ambientale. I green roof si suddividono in estensivi (leggeri, manutenzione ridotta, con vegetazione erbacea) e intensivi (più pesanti, spesso fruibili, con alberi, arbusti e percorsi). Oltre a migliorare l’isolamento termico e acustico, contribuiscono a ridurre il deflusso delle acque meteoriche, mitigare l’isola di calore urbana e aumentare la biodiversità. Secondo i dati ENEA, i tetti verdi possono ridurre fino a 3 °C la temperatura interna nei mesi estivi.

Tetti Blue-Green Roof

La nuova frontiera sono i Blue-Green Roof, che uniscono le proprietà del tetto verde a un sistema di raccolta e riutilizzo dell’acqua piovana. Questi tetti ibridi permettono di trattenere volumi idrici significativi, favorendo l’autosufficienza irrigua e contrastando fenomeni di urban flooding. Il loro impiego è sempre più considerato negli edifici pubblici e nei progetti di pianificazione urbana sostenibile.

Isolamento termico

Altro elemento fondamentale è l’isolamento termico. Un tetto ben isolato contribuisce al contenimento dei consumi energetici, soprattutto in edifici con ampie superfici disperdenti. I materiali isolanti più comuni sono lana di roccia, fibra di legno, poliuretano espanso, polistirene estruso e materiali naturali come sughero e canapa. Ogni soluzione ha peculiarità specifiche in termini di trasmittanza termica, resistenza al fuoco, traspirabilità e impatto ambientale. La scelta del prodotto va calibrata anche in base allo spessore disponibile, alla resistenza meccanica richiesta e al grado di coibentazione previsto da normativa.

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