100% energie rinnovabili nelle piccole isole italiane
Un futuro di sole energie rinnovabili per le decine di piccole isole che costellano le coste dell’Italia
“È paradossale che isole, ricche di sole e vento, con un’economia basata in massima parte sul turismo, ancora oggi si affidino a vecchi e inquinanti generatori diesel sottoutilizzando le potenzialità delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica” ad affermarlo, anche in maniera piuttosto diretta è il report realizzato da Exalto Energy & Innovation per conto di Greenpeace Italia.
Secondo il report voluto da Greenpeace Italia, è infatti paradossale, come le decine di splendide isole italiane, “che dovrebbero affidarsi all’economia del turismo“ puntino ancora su antiquati impianti di produzione energetica.
Secondo il report infatti “Per salvaguardare il turismo e assicurare uno sviluppo sostenibile alle isole minori italiane, facendo risparmiare agli italiani decine di milioni di euro, occorre abbandonare il petrolio e puntare su un mix di efficienza energetica, solare e altre energie rinnovabili”
In Italia si può continuare a leggere nel rapporto di Greenpeace “ le isole minori non connesse alle rete elettrica nazionale sono 20 e producono la quasi totalità della propria energia mediante generatori diesel. Una produzione energetica inefficiente, inquinante, e molto costosa, lontano anni luce dai nuovi e moderni dettami delle energie rinnovabili ” .
Ogni anno i cittadini italiani pagano complessivamente oltre 60 milioni di euro in bolletta per sovvenzionare la produzione energetica delle piccole isole . A titolo esemplificativo, possiamo dire che il costo di produzione di 1 kWh sulle isole minori è attualmente pari a oltre 6 volte il corrispettivo sulla terraferma.
Un inefficienza che secondo Greenpeace “è strettamente collegata all’immobilismo degli ultimi 50 anni in quest’ambito. Per i produttori delle isole minori è infatti in vigore un sistema di rimborsi ‘a piè di lista’, ovvero un meccanismo per cui l’utility ha diritto ad essere rimborsata per le spese sostenute per la produzione e la distribuzione dell’energia. Questo disincentiva l’innovazione e l’efficienza sia nella produzione che nella distribuzione energetica, e blocca il possibile passaggio ad un economia basata sulle energie rinnovabili ”.
Una situazione di monopoli e rimborsi che secondo gli ecologisti deve assolutamente essere sbloccata per trasformare le piccole isole italiane da avamposti di resistenza all’innovazione ad avanguardie della trasformazione del sistema energetico mondiale.
È paradossale che isole ricche di sole e vento, con un’economia basata in massima parte sul turismo, ancora oggi si affidino a vecchi e inquinanti generatori diesel, sottoutilizzando le potenzialità delle rinnovabili e dell’efficienza energetica. Un paradosso – argomenta Greenpeace – aggravato dalla minaccia rappresentata dalla legge Sblocca Italia, approvata dal governo Renzi, che rende più facile ottenere le autorizzazioni per l’estrazione degli idrocarburi.